L’appuntamento domani alla Biblioteca Mario Luzi con la partecipazione dell’attore Gianluigi Tosco e del musicista Duccio Delpiaz che eseguirà la “Sonata per violoncello solo” di Ligeti
Un appuntamento che intreccia i versi di uno dei più grandi poeti del 900 a uno dei più intensi brani del compositore austriaco György Sándor Ligeti. Domani Giovedì 13 giugno continua “Poesia nella città”, la rassegna tra parola, musica e performance giunta quest’anno alla 10/ma edizione, a cura di Versiliadanza con la direzione di Angela Torriani Evangelisti. “Amore e altre parole”, è questo il tema che connette le iniziative in programma fino a settembre: spettacoli, letture, performance, concerti e dj set in un ideale omaggio a Ernesto Balducci e alla sua visione di una cultura di pace.
Alle 17.00 presso la Biblioteca Mario Luzi di Firenze (via Ugo Schiff 8, ingresso gratuito con prenotazione consigliata, info www.versiliadanza.it) le composizioni di Nazim Hikmet, cantore dell’amore e della vita , il più importante in lingua turca del 900, definito “rivoluzionario romantico”, saranno interpretate dall’attore Gianluigi Tosto. A seguire l’enfant prodige della classica Duccio Delpiaz eseguirà la “Sonata per violoncello solo” di Ligeti.
È una biografia fatta di esilio e prigionia quella di Nazim Hikmet reso molto noto anche da noi grazie al film di Ferzan Ozpetek “Le fate ignoranti” . Costretto a emigrare per motivi politici in Russia, dove conobbe Majakovskij, Hikmet tornò in Turchia per finire incarcerato dal regime anticomunista e scontare 12 anni di detenzione in Anatolia. Nonostante questo da tutte le sue liriche, oltre all’impegno politico, traspare un forte amore per l’esistenza e per le molte le donne a cui fu legato. Scarcerato grazie all’intercessione tra gli altri di artisti come Picasso, Neruda e Sartre subirà due attentati dal governo turco, finché non deciderà di riparare a Mosca dove finirà i suoi giorni. Alle sue atmosfere cariche di vitalità si legheranno quelle intense della Sonata di Ligeti, in cui il violoncello diventa narratore di un viaggio emotivo complesso e l’amore è una forza che trascende le barriere linguistiche. L’opera di Ligeti può essere vista come una riflessione sull’amore per l’arte e per il processo creativo: la ricchezza delle strutture musicali, l’audacia delle idee e la maestria con cui manipola il materiale sonoro possono essere interpretate come atto d’amore verso la musica e l’arte in generale.