Sono le proposte fra stasera e domani del Teatro Puccini e del Teatrodante Carlo Monni di Campi. Fra relazioni umane, le mamme in cerca di visibilità di Rino di Martino e la leggenda del rock anni ’60
Uno spettacolo che incrocia le narrazioni di due esperti nei loro campi: la botanica e le relazioni umane. Stefano Mancuso e Matteo Caccia insieme per la prima volta sul palco del Teatro Puccini (stasera, giovedì 30 marzo ore 21, biglietti in vendita nel circuito regionale Box Office/Ticketone, acquisto on line su www.teatropuccini.it) intrecciano storie di piante e storie di uomini che hanno come comune denominatore quello dei confini. Confini fisici o confini mentali, luoghi nei quali sembrerebbe impossibile accedere e dove invece uomini e piante riescono a spingersi anche contro la volontà di pochi. In un momento storico in cui varcare i confini è considerato un errore, spesso un delitto, Mancuso e Caccia attraverso le storie di alberi o arbusti, uomini o donne, restituiscono un’antica verità che sembra ormai impronunciabile: i confini sono una convenzione, un’invenzione dell’uomo. Ma in natura i confini non esistono.
Venerdì 31 invece sarà molto più complicato scegliere a quale spettacolo assistere al teatro ubicato a pochi passi dalla ex Manifattura Tabacchi. Già perché alle 21 gli amanti del musical e dell’improvvisazione potranno assistere alla performance dei Bugiardini in B.L.U.E., un musical mai visto e che mai sarà possibile rivedere. La storia, le battute, le canzoni, le musiche e persino le coreografie saranno ideate sul momento dagli attori e dai musicisti che li accompagneranno dal vivo, con risultati ogni volta sorprendenti ed esilaranti. Il musical improvvisato è un genere molto diffuso e affermato nei paesi anglosassoni. I Bugiardinicompagnia che nasce a Roma nel 2008, forti di una lunga esperienza nel campo dell’improvvisazione teatrale, hanno deciso di raccogliere in Italia la funambolica sfida di essere contemporaneamente attori, cantanti, compositori e ballerini e dare vita ad una tournée che sta registrando consensi in ogni città.
Decisamente diversa la proposta del Laboratorio Puccini che alle 21.30 presenta Rino di Martino in “Mamma, piccole tragedie minimali”. Composta da quattro brevi atti unici (“Le fiabe”, “Maria di Carmelo”, “Mal di denti” e “La telefonata”), l’opera racconta diverse tipologie della figura materna, una sola delle quali incarna il difficile compito di madre, mentre le altre sono mamme “diverse”, gelide, prese solo dal loro apparire. In qualcuna di loro si cela un disagio ed un malessere verso il mondo esterno e l’unico mezzo che riesce a farle evadere dalla realtà è l’identificazione nei personaggi televisivi e nelle attrici delle telenovelas, che le fa allontanare vieppiù dal modello di mamma che vive esclusivamente per i propri figli, sacrificandosi sempre per loro.
Da Firenze a Campi Bisenzio dove Jim Morrison, figura iconica del rock anni ’60, “Re Lucertola” scomparso a soli 27 anni a Parigi, secondo alcuni ancora vivo a spassarsela segretamente con Janis Joplin e Jimi Hendrix rivive nella intensa interpretazione di Nicola Pecci (a sinistra nella foto). Musicista rivoluzionario, scrittore, poeta. Ma chi era davvero l’uomo che ha dato il volto alle lotte di una generazione? Lo racconta Pecci venerdì 31 marzo ore 21.00 al Teatrodante Carlo Monni di Campi Bisenzio, Firenze (piazza Dante 23, biglietti e info su www.teatrodante.it) in “Essere Jim Morrison”, spettacolo con la regia di Andrea Bruno Savelli prodotto da Fondazione Accademia dei Perseveranti in programmazione nell’ambito della rassegna “Andrea Cambi” dedicata al meglio del teatro toscano. Una cavalcata feroce e inarrestabile per scoprire o ricordare uno degli artisti che più di tutti ha condizionato la sua epoca e quelle successive attraverso la sua vita, la sua musica, i suoi pensieri e le sue parole che spesso trasfiguravano in poesia. In scena un uomo che canta in una vasca: sta provando le canzoni del suo idolo per prepararsi al provino per un programma tv dal titolo “Essere Jim Morrison”. I piani della sua vita e quella dell’artista però iniziano a confondersi e sovrapporsi sempre di più, fino a fondersi in un sorprendente finale.
Le foto di ‘Essere Jim Morrison’ sono © Pietro Grossi