Tutto è iniziato nel 2021 con la denunciato presentata da un fiorentino. I beni poi venivano immessi a distanza di tempo sul mercato. Per le indagini chiesta la collaborazione di FBI e Interpol
Si passavano il nome l’un con l’altro perché quell’artigiano era proprio bravo a fare lavori di riparazione e piccola manutenzione di falegnameria nelle case “importanti”. E dato che c’era ne approfittava per far sparire qualcosa, non gioielli o orologi di grande valore ma opere d’arte. Quei quasi settecento pezzi rubati nel giro di qualche qualche anno e che adesso i carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze, con la collaborazione addirittura della Fbi americana e il Raggruppamento Rnvestigazioni Scientifiche dell’Arma dei Carabinieri, sono arrivati a recuperare dopo tre anni di indagine.
Tutto è iniziato con la denuncia di furto presentata nel 2021 da un fiorentino: tra dicembre 2018 e giugno 2019 gli gli era stato sottratto un libro raro e costosissimo, l’opera di Leonhart Fuchs dal titolo “De Historia Stirpium Commentarii Isignes”, stampato a Basilea nel 1542. Un anno dopo quell’opera è stata trovata nel catalogo di una nota casa d’aste fiorentina e poi sequestrata a Firenze a un antiquario veneto, acquirente però n buona fede. Da lì è iniziata la strada a ritroso per arrivare al ladro: dodici in tutto gli indagati, tutti perquisiti, fino al recupero di quasi 700 opere d’arte tra libri, ceramiche, dipinti. fra cui quattro piatti Ginori in ceramica bianca con decorazioni realizzati in esclusiva per la Presidenza della Repubblica, un servizio in finissima porcellana con decorazioni in oro zecchino dell’Ottocento, un piatto della dinastia Ming, un dipinto a firma di Giovanni Fattori, l’opera libraria dal titolo “De Honesta Disciplina” con firma autografa di Giorgio Vasari.
Le opere erano state rubate dalle lussuose dimore nobiliari fiorentine nel corso di circa 5 anni da uno degli indagati durante come lo svolgimento di piccoli lavori di manutenzione di cui era stato incaricato dai proprietari. I beni venivano poi immessi, a distanza di tempo dal furto, sul mercato dell’antiquariato nazionale e, in alcuni casi, in quello estero. Ignari collezionisti avevano acquistato i pezzi dall’Arabia, dagli Stati Uniti, dall’Inghilterra. Da qui la collaborazione con l’Fbi e l’Interpol. E’ stato il rinvenimento di un libro mastro su cui veniva dettagliatamente riportata la contabilità delle opere d’arte rubate che è stato possibile quantificare l’illecito volume d’affari: oltre 300mila euro. Ma immessi sul mercato avrebbero fruttato nel complesso un giro da 3 milioni.