Finisce con un nulla di fatto il tavolo convocato in Prefettura dal viceministro Alessandra Todde che poi è andata a Campi Bisenzio a far visita ai lavoratori. L’azienda in videoconferenza da Milano pronta a trattare domani in un albergo ma senza Comune, Regione e Governo che replicano a muso duro: “Comportamento inaccettabile”
Finisce col viceministro Alessandra Todde che lascia la Prefettura scurissima in volto e si dirige a Campi Bisenzio, a far visita ai lavoratori rimasti a presidiare la fabbrica accompagnata dal sindaco di Campi Bisenzio Emiliano Fossi anche lui tesissimo, in quella che è stata una delle giornate più difficili nella storia delle vertenze sindacali toscane. Anche se di vertenza è inesatto parlare perché al termine del tavolo convocato alla presenza anche del prefetto Alessandra Guidi in pratica c’è stato il nulla di fatto.
Con la Gkn che tira dritto nella volontà di licenziare tutti e 422 i lavoratori dello stabilimento campigiano e addirittura non si presenta all’incontro scegliendo la videoconferenza da Milano con l’amministratore delegato Andrea Ghezzi che fa praticamente scena muta lasciando all’avvocato Francesco Rotondi e al suo team di legali il compito di riaffermare l’irreversibilità della decisione assunta dal fondo finanziario internazionale Melrose proprietario della fabbrica. Una mancanza di rispetto totale per le istituzioni, accentuata anche dalla circostanza che l’azienda sarebbe stata disponibile a un incontro in presenza domani a patto però che questo si svolgesse in campo neutro (un albergo!!) e alla presenza dei soli sindacati di fatto delegittimando il ruolo di Governo, Regione, Comune e Città Metropolitana. Proposta ovviamente rimandata al mittente.
“Non mi è mai capitato durante un tavolo istituzionale – ha affermato gravemente il viceministro Todde – di confrontarmi con un avvocato dell’azienda e non con il management. Dire come è stato detto che questo non è il tavolo preposto a trattare, ma che avrebbero convocato i sindacati in un altro contesto, è una gravissima mancanza di rispetto. GKN non è una crisi industriale, e l’azienda ne è consapevole, ma è una vertenza in cui si sta parlando di problemi legati a tematiche finanziarie: lo stabilimento è stato trasformato in un prodotto finanziario. Porteremo avanti tutte le iniziative opportune, insieme alle varie Istituzioni, ed il confronto con le parti sociali, perché quello di oggi da parte dell’azienda non è un atteggiamento corretto nel metodo e nel merito. Prendo atto del comportamento irrispettoso dell’azienda ha deciso volutamente di non presentarsi e di collegarsi in remoto, e del fatto che ci sia la volontà di chiudere uno stabilimento licenziando centinaia di persone non per problemi legati al prodotto o al piano industriale. Una cosa va detta con chiarezza: lo Stato tratta con chi ha potere di trattare e la parola responsabilità fa parte del vocabolario delle aziende che si siedono al tavolo delle Istituzioni. In una negoziazione i conti si fanno alla fine, lavoreremo in sinergia con tutte le Istituzioni per trovare una soluzione concreta per la città e per i lavoratori. Il tavolo sarà riconvocato in tempi brevi”. Ma perché ci sia un tavolo vero occorre che sia sospesa immediatamente la procedura di licenziamento collettivo, cosa che appunto Gkn non sembra minimamente essere decisa a fare”.
Pochi minuti prima il sindaco metropolitano Dario Nardella era uscito da Palazzo medici Riccardi rilasciando una dichiarazione di fuoco. “Siamo a fianco del sindaco Fossi – dice scandendo bene le parole – ed esprimiamo la vicinanza dei 41 sindaci della Città metropolitana, che si avvicendano nello stabilimento al fianco dei lavoratori. È infatti inaudito e di gravità assoluta il comportamento dell’azienda. In sette anni di sindaco non ho mai visto un comportamento del genere. Bisogna rispettare territorio lavoratori e Istituzioni. Faremo di tutto per impedire che questa scelta del licenziamento collettivo arrivi in fondo. Gravissimo il fatto che l’azienda abbia usato soldi pubblici per la formazione e ci chiediamo chi sia stato formato se poi si chiude. Vogliamo sapere se sono stati utilizzati altri soldi pubblici da questa società. Non registriamo le criticità di cui ha parlato l’Ad Andrea Ghezzi: ha fatto un discorso incoerente e pieno di contraddizioni, parlando di criticità che non sono chiare e sono tutte da verificare. Non siamo di fronte a una vertenza per una crisi aziendale, ma a una decisione unilaterale di un’azienda che chiude per ragioni squisitamente finanziarie. Confermiamo l’assoluta fermezza e vogliamo un tavolo vero di discussione sulla Gkn. Di fronte ad atteggiamenti di questo tipo il governo deve intervenire ai massimi livelli”.
In strada tra il Consiglio Regionale (dove gli operai sono stati ricevuti dal presidente Antonio Mazzeo) e la Prefettura la protesta forte di una delegazione delle maestranze della Gkn a cui si sono aggiunti anche operai provenienti da Melfi e Pomigliano d’Arco. “La fabbrica – dicono in coro – è la nostra casa, se cadiamo noi cadono tutti”. “Ritrovarsi senza lavoro da un giorno all’altro – ha concluso durissimo il presidente della Regione Eugenio Giani rivolto a Ghezzi – e scoprirlo attraverso una mail, significa saltare a piè pari i diritti e la dignità dei lavoratori, senza nemmeno prospettare l’attivazione di un iter di ammortizzatori sociali. Questa procedura nega la dignità del lavoro ricordando all’azienda che qui siamo in Toscana e in Italia e non permettiamo che si calpestino le procedure e la prassi della nostra legislazione sul lavoro frutto della nostra storia. A Melrose Industries chiedo di metterci la faccia assumendosi le proprie responsabilità perché, e lo dico con chiarezza, noi in Toscana questi comportamenti non li accettiamo e lo diremo al mondo quanto sta accadendo qui: una mercificazione dell’attività produttiva”. Todde al termine della sua visita alla Gkn è uscita dalla fabbrica tra i applausi degli operai.