Il 4 agosto in Prefettura nuova convocazione del tavolo istituzionale, ma l’azienda chiede lo sgombero della fabbrica e invita a non perdere tempo per discutere e a procedere con gli strumenti a sostegno degli operai in uscita
Nell’immediato una nuova convocazione del tavolo istituzionale il 4 agosto in Prefettura a Firenze con il viceministro Alessandra Todde la cui notizia è arrivata mentre all’interno dello stabilimento si svolgeva un serrato confronto fra gli operai della Rsu e il segretario generale Cgil Maurizio Landini giunto a Campi dopo la conclusione dell’assemblea regionale del sindacato. E contestualmente la richiesta del ritiro dei licenziamenti insieme all’apertura di una denuncia articolo 28 (Statuto dei lavoratori, comportamento antisindacale ndr) perché “contestiamo anche le procedure, il non rispetto degli accordi e della contrattazione nel nostro paese che questa multinazionale ha fatto”.
Servirà tutto ciò a impedire la chiusura, ma soprattutto a salvare il posto di lavoro alle 422 famiglie più l’indotto? Difficile dirlo anche perché il fondo Melrose proprietario della Gkn ha fatto sapere di voler tirare dritto. Dunque chiusura e licenziamenti confermati, nessuna possibilità di tornare indietro, disponibilità al dialogo per mitigare gli effetti sugli operai. “E’ chiaro – chiosa Landini – che la posizione con la quale ci si presenterà tutti a quel tavolo di trattativa è che ci sia il ritiro dei licenziamenti e la ripresa delle attività produttive, e noi ci auguriamo che il governo faccia fino in fondo la propria parte. Pieno supporto alla lotta che anche la Cgil di Firenze e della Toscana hanno espresso perché questa è una vicenda più generale. Non siamo assolutamente disponibili ad accettare che nel Paese, come si è mossa questa azienda possa diventare una norma, assolutamente: bisogna impedire che le imprese, in particolare i fondi e le multinazionali, possano agire in questo modo”.
Ma come detto l’azienda va avanti per la sua strada anzi invita a non sprecare il tempo “della procedura messo a disposizione dalla legge per la discussione tra le parti” e aggiunge “che si proceda all’individuazione degli strumenti di sostegno ulteriori rispetto a quelli spettanti in caso di assenza di accordo sindacale” perché sottolinea ancora una volta “la decisione di chiusura non verrà ritirata”. La lettera di ieri, anticipata da La Nazione, con cui la Gkn chiede alla Prefettura lo sgombero della fabbrica di Campi Bisenzio in queste ora viene valutata con attenzione da Palazzo Medici Riccardi e sembra configurarsi come un ulteriore grattacapo in più per il prefetto Alessandra Guidi in una situazione già di per se stessa estremamente difficile. “Non è il momento delle provocazioni” ha scritto il sindaco di Campi Emiliano Fossi sulla sua pagina Facebook: “chiediamo invece che cancellino i licenziamenti e che si siedano al tavolo del Ministero. E chiediamo che a quel tavolo si sieda il Ministro Giorgetti, perché i vertici dell’azienda devono avere davanti i vertici delle istituzioni. Nel frattempo non ci muoveremo da qui.