Da airbnb a foresteria. Consegnate le chiavi ai primi 4 inquilini: conviveranno e pagheranno un canone equo. La cooperativa: “A Firenze anche chi ha un lavoro stabile non può permettersi un’abitazione”
I dipendenti e i soci non trovano casa in affitto perché a Firenze i prezzi sono troppo alti, così la cooperativa decide di dotarsi di una foresteria, adattando al nuovo uso un appartamento prima utilizzato per affitti turistici brevi. Accade alla coop sociale Il Girasole: oggi sono state consegnate le chiavi dell’appartamento in zona Novoli, preso in locazione da un privato, ai primi 4 inquilini, lavoratori che hanno un impiego e uno stipendio regolare ma non riescono a trovare sul mercato una casa a canoni sostenibili e sono in momentanea difficoltà abitativa.
C., ganese, lavora come addetto alle pulizie con un contratto a tempo indeterminato, e vorrebbe un giorno poter riunire la propria famiglia a Firenze. M.M.A è arrivato dalla Tunisia anni fa e lavora in cooperativa ormai da molto tempo, ma finora non è riuscito a trovare una casa in affitto, né a Firenze né fuori, per stare con i figli. L. S, toscano di circa 50 anni, svolge il ruolo di portineria dal 2022, ma vive in una situazione abitativa precaria. Anche C.M, arrivato in Italia dal Marocco, è regolarmente assunto come portiere, ma non ha una casa stabile.
“Le loro storie sono specchio di una realtà sociale generalizzata che, da tempo, permane sul territorio fiorentino e raccontano della difficoltà di uomini e donne lavoratori, non più giovani, che, nonostante abbiano contratti stabili, non riescono a trovare in autonomia situazioni alloggiative adeguate” spiega Andrea Ricotti, direttore area Accoglienza e Housing sociale de Il Girasole.
“A Firenze, per un casa vanno via tre quarti di uno stipendio. Inoltre gli affittuari richiedono garanzie che solo pochissime persone hanno, i nuclei monoredittuali vengono esclusi a priori. Quando al nostro sportello Abitare, sono cominciati ad arrivare i nostri e le nostre colleghe, e non più solo le persone inviate dai Servizi Sociali, una realtà come la nostra non poteva fare finta di niente ed è nata la volontà di dare un segnale positivo al territorio, provando a creare un modello, o a ripensarne uno vecchio di decenni, con la speranza che possa essere preso come esempio anche da altre realtà pubbliche e private: la cooperativa si pone come garante e titolare del contratto di affitto dell’immobile e mette a disposizione dei propri soci-lavoratori, che pagano un canone di affitto, un appartamento in cohousing. L’idea del progetto è quella di creare una situazione di ponte tra l’emergenza abitativa e l’autonomia: i colleghi verranno costantemente supportati dall’equipe fino al raggiungimento dell’obiettivo.”
L’alloggio è stato risistemato dalla cooperativa e ora è pronto per accogliere gli inquilini. La formula foresteria prevede una sublocazione a favore dei dipendenti e anche soci della cooperativa: nell’appartamento convivono 4 persone, ognuno contribuisce all’affitto e alle spese per le utenze. “E’ la prima foresteria, ma non è sufficiente per coprire tutte le necessità. Ci sono altre situazioni di difficoltà abitativa tra i nostri dipendenti, per ora abbiamo dato priorità alle quattro più urgenti, sperando che nel giro di qualche mese le condizioni di alcuni possano migliorare e possa essere lasciato posto ad altri” conclude Ricotti.
I dipendenti in difficoltà abitativa sono uomini e donne che vivono, alcuni all’albergo popolare, altri da amici ma in camere sovraffollate o in situazioni precarie. La maggior parte hanno la necessità di trovare un alloggio proprio, in futuro, per potersi ricongiungere con la famiglia. Hanno contratti a tempo determinato o indeterminato.