E’ stato per lungo tempo responsabile delle pagine culturali del Corriere della Sera, ma aveva iniziato la sua carriera alla Nazione affiancando Claudio Carabba. Bennucci: “Era un giornalista curiosissimo, mai paludato e mai sopra le righe”
Il Giornalismo fiorentino è in lutto per l’improvvisa scomparsa avvenuta oggi a Milano di Ranieri Polese. Firma tra le più attente e sensibili delle pagine della cultura, aveva iniziato alla Nazione affiancando il grandissimo Claudio Carabba, anche lui recentemente scomparso, per poi passare all’Europeo e infine approdare nel 1989 al ‘Corriere della Sera’, di cui fu responsabile a lungo del settore cultura accanto a Giulio Nascimbeni firma storica del quotidiano di via Solferino. Da tempo stava lottando contro una gravissima malattia. Negli ultimi anni, suoi articoli comparivano molto spesso sulla pagine del Corriere Fiorentino. Ranieri Polese era nato a Pisa nel 1946 da una famiglia della borghesia colta: per anni aveva vissuto a Firenze.
Con profondo dolore lo ricordano il presidente di Ast Sandro Bennucci e l’Associazione della Stampa Toscana: “Ranieri era un giornalista curiosissimo, a tutto campo, Mai paludato oppure snob. Mai sopra le righe. Mai esibizionista delle sue profonde conoscenze dei libri e della musica. Poteva raccontare il festival di Sanremo (scrisse anche un volumetto dedicato alle canzoni, dal titolo “Tu chiamale se vuoi…”) o la sepoltura di Elizabeth Barrett Browning nel cimitero degli inglesi a Firenze, riuscendo a miscelare con sapienza la grazia e l’ironia descrittiva di cui era dotato. Tra i suoi libri anche ‘II film della mia vita’ (Rizzoli). Aveva curato la prefazione di ‘Le mie canzoni’ di Vasco Rossi (Mondadori) e dal 2005 era curatore dell’Almanacco Guanda. Ma il ricordo vero, quello che scaturisce dal profondo nel momento in cui si prende coscienza della sua scomparsa, è l’umiltà e la partecipazione alla vita di redazione, ai problemi dei colleghi. E la sua riconoscenza per chi – lo diceva spesso – ha la pazienza di sedersi a un tavolo sindacale per rappresentare tutti”.