A margine di una conferenza stampa il Governatore toscano ha commentato gli ultimi sviluppi politici in previsione delle elezioni politiche di settembre. “Pd ne esce con grande onore dimostrandosi partito della responsabilità”
“Calenda ora è nelle mani di Renzi. Ora deve raccogliere in due giorni le firme, cosa impossibile, e quindi si deve rimettere a Renzi. Sono i paradossi della storia. Del resto Calenda era un ministro di Renzi presidente del consiglio ed è evidente che nella posizione del polo di centro Renzi assume una notevole centralità e Calenda diventa in qualche modo un suo personaggio a seguire”. A margine della presentazione dell’accordo siglato tra Regione e Confcommercio per la prevenzione e il contrasto al gioco d’azzardo, il Governatore toscano Eugenio Giani non fatica certo per esprimere il suo pensiero sulla rottura dell’alleanza Azione-Pd e quel “Calenda è ora nelle mani di Renzi” può assumere significati e sfumature diverse proprio nell’imminenza della campagna elettorale per le politiche che si aprirà il 26 agosto e terminerà il 23 settembre, quarantotto ore prima che si aprano le urne.
Quanto al Pd, prosegue ancora Giani, “ne esce con grande onore e dimostrandosi il partito della responsabilità, il partito che è stato responsabile nei confronti di Draghi, l’ultimo a volerlo sostenere anche il Parlamento, l’uomo che aveva ritrovato credibilità internaizonale, i conti giusti per il Paese, lo sviluppo attraverso il PNRR. Ma responsabilità anche nel modo in cui ha svolto il suo ruolo di partito egemone di un centrosinistra che doveva trovare un equilibrio fra le sue componenti più a sinistra, quindi i Verdi, Sinistra Italiana, Articolo 1 del ministro Speranza, e le sue componenti più centriste, ovvero Calenda e +Europa della Bonino. Purtroppo questo voltafaccia di Calenda all’ultimo momento ha impedito di arrivare con un fronte ampio a reggere lo scontro con quello che il centrosinistra non può definire, nella democrazia dell’alternanza, un centrodestra, ma come un destra-centro, o meglio un destra-destra, come si vede dal fatto che, ormai, a rispondere e a parlare è Giorgia Meloni, che rappresenta la coalizione di destra in Italia e all’estero”.
Per il Governatore “mettere l’Italia in mano a chi si allea con il leader polacco, con Orbàn, con i movimenti più discutibili, controversi e aniteuropeisti, è l’esatto opposto con quello che ha rappresentato, in termini di autorevolezza, il governo Draghi. sono molto preoccupato e spero che questa preoccupazione porti comunque a un sostegno alla coalizione di centrosinistra che con grande dignità, lasciando Calenda alle sue contorsioni interne, Emma Bonino ha comunque sposato tenendo fede all’accordo firmato”. Per quanto riguarda un eventuale spiraglio verso Conte, Giani è tranchant: “Siamo il partito della responsabilità che ha portato avanti con maggior convinzione il governo di unità nazionale di Draghi. Oggi che noi paghiamo, come Italia, l’aver buttato giù il governo Draghi, sarebbe assolutamente contraddittorio allearsi, pur nello spirito del campo largo, con chi questo governo lo ha buttato giù. Quindi personalmente escludo un rapporto di alleanza col M5S”.