Tutto è partito da una serie di effrazioni avvenute nel comune di Londa. La refurtiva era costituita da denaro contante o da oggetti preziosi. Uno dei tre doveva anche scontare sei anni di prigione per detenzione e spaccio di stupefacenti
Grazie a un approfondito lavoro di osservazione delle immagini riprese dalla videosorveglianza dei Comuni della Valdisieve e dalle telecamere sistemate presso le abitazioni dove erano accaduti i furti, nonché a una scrupolosa analisi dei numerosi lettori targa del territorio, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Pontassieve hanno arrestato due albanesi, rispettivamente di 46 e 49 anni, domiciliati a Firenze ed irregolari sul territorio nazionale, e deferito in stato di libertà altri due connazionali di anni 51 e 53 per furto aggravato in abitazione in concorso. L’attività investigativa, in collaborazione con la Compagnia di Firenze Oltrarno e col Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale fiorentino dell’Arma, era stata avviata lo scorso febbraio a seguito di una serie di furti in abitazione e in strutture ricettive avvenuti a Londa. Nell’arco di alcune settimane i riscontri effettuati hanno permesso ai Carabinieri di individuare una utilitaria intestata al 53enne albanese poi denunciato, in transito in occasione dei diversi eventi criminosi. Gli elementi acquisiti hanno consentito di iniziare, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Firenze, il monitoraggio da remoto della vettura, verificandone spostamenti praticamente quotidiani nelle province di Firenze, Arezzo e Siena, quasi tutti concomitanti con furti avvenuti nottetempo in danno di abitazioni o strutture ricettive.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’auto si spostava nel tardo pomeriggio o di sera nei pressi degli obiettivi da colpire e i soggetti, dopo aver parcheggiato ad una certa distanza dall’obiettivo prescelto, si muovevano a piedi nei boschi, a volte sostandovi per ore ed aspettando pazientemente il calar della notte, in modo da agire mentre i proprietari delle abitazioni o gli occupanti delle strutture ricettive dormivano. Per entrare nelle abitazioni praticavano piccoli fori in corrispondenza delle aperture degli infissi o forzavano le serrature delle porte d’ingresso. La refurtiva era costituita da denaro contante od oggetti preziosi, tra cui prevalentemente orologi di pregio. A “lavoro” completato l’utilitaria rientrava a Firenze nella prima mattinata, non prima che i suoi occupanti avessero occultato refurtiva e materiale per compiere le effrazioni, compresi numerosi travisamenti, in zone boschive anche impervie.
Il meticoloso lavoro svolto dagli inquirenti ha così consentito di acquisire numerosi elementi indiziari in relazione ad almeno 8 furti perpetrati nelle province di Firenze e Siena, sulla scorta dei quali il P.M. titolare dell’indagine ha emesso due decreti di fermo d’indiziato di delitto nei confronti dei 2 albanesi, ritenuti autori di almeno 7 furti perpetrati tra maggio e giugno nelle province di Firenze e Siena mentre per 3 di essi, avvenuti tutti nella prima metà di giugno, alla batteria originaria si era aggiunto il 51enne. Il 46enne è ritenuto autore anche di un altro furto in abitazione, commesso ai primi di marzo in un’abitazione di Rignano sull’Arno (FI). Il 51enne è stato arrestato poiché è risultato gravato da un ordine di carcerazione per fatti passati in giudicato, dovendo espiare la pena detentiva di sei anni e otto mesi di reclusione per detenzione di stupefacenti, spaccio e ricettazione in relazione a fatti commessi a Firenze tra il 2002 ed il 2007.
I 2 fermi sono stati convalidati dal G.I.P. ed i 3 albanesi arrestati sono ora detenuti presso la Casa Circondariale di Sollicciano. Le indagini proseguono in relazione a numerosi altri episodi della stessa fattispecie avvenuti sia nel citato arco temporale che nei mesi precedenti; in ogni caso il procedimento è attualmente pendente in fase di indagini e l’effettiva responsabilità delle persone destinatarie dei provvedimenti cautelari, in uno con la fondatezza dell’ipotesi d’accusa mossa a loro carico, saranno vagliate nel corso del successivo processo. Non si escludono ulteriori sviluppi investigativi e probatori, anche in favore delle persone sottoposte ad indagini.