Cellai e Draghi criticano aspramente il via libera della Giunta al “peduncolo” che porterà il tram in Piazza San Marco passando all’andata in via Cavour e al ritorno in via La Pira-Lamarmora. “Riempirà di pali e fili le due strade”
“Utilizzare i viali di circonvallazione in superficie e sede propria è un grave errore”. Alessandro Draghi e Marco Cellai (Fratelli d’Italia) bocciano senza possibilità di appello la cosiddetta Vacs, ovvero la variante della tramvia al centro storico che ha appena avuto il via dalla Giunta (Tramvia, ok alla variante centro storico | La Martinella di Firenze.)
Il “peduncolo” fa parte della futura linea che collegherà piazza Libertà con Bagno a Ripoli e prevede un itinerario con tracciato a doppio binario che, a partire dal bivio di viale Strozzi della Linea T1, percorre interamente viale Lavagnini, effettua il passaggio intorno a piazza della Libertà fino all’inizio di viale Matteotti, dove i due binari si separano. Il binario di andata verso il centro storico scende lungo via Cavour fino a piazza San Marco, poi risale lungo via La Pira-via La Marmora, fino a raggiungere di nuovo viale Matteotti dove ritrova la sede a doppio binario. La lunghezza complessiva della tratta è di circa 2,5 chilometri e sono previste 6 fermate per un costo di 67 milioni di euro.
“Qui – dicono – è necessario essere concreti e realisti. Tre linee di tramvia esistono già oggi e le altre erano previste nel programma del centrosinistra che ha vinto le elezioni. La discussione però sta nel quando e nel come”. E il quando, per il gruppo di minoranza, significa innanzitutto parlare dell’ordine di realizzazione delle linee privilegiando quelle zone e quei bacini di utenza residenziali o di scambio (dove si lascia per prendere il mezzo pubblico) ad oggi privi di collegamento. “Non sarebbe allora più opportuno – sottolineano – realizzare prima il collegamento con San Donnino/le Piagge e quello con viale Europa/Bagno a Ripoli e soltanto dopo valutare l’utilità e la funzionalità di piazza San Marco?”. Per il come, cioè le modalità, il discorso è perfino peggiore. Perché, attaccano Cellai e Draghi, “dopo anni di polemiche su piazza Stazione portiamo in centro lo stesso modello riempiendo di fili via Cavour, dovendo comunque mettere alcuni pali su via La Pira – via La Marmora all’altezza del giardino botanico dove non è possibile fare l’ancoraggio agli edifici e togliendo circa 100 posti di sosta senza recuperarne neppure uno con l’ennesimo svantaggio per la residenza tanto difesa a chiacchiere dal Pd. Perché non vincolare l’eventuale realizzazione della tratta di San Marco all’impiego esclusivo del tram a batteria, senza pali e fili, se è già previsto per alcuni tratti della linea diretta a Bagno a Ripoli?”
Senza contare che a parere dei due esponenti del partito di Giorgia Meloni, i quali sostengono l’urgenza di un approfondimento politico adeguato e anche di una pronuncia della città, la fermata a San Marco è monca. “Non ha continuità verso piazza Duomo – concludono – ma torna indietro parallelamente a via Cavour. Se una persona viene dall’Isolotto, ad esempio, e deve andare in piazza Duomo cosa sceglierà di fare? Scendere alla Stazione e fare 5 minuti a piedi o fare altre 5 fermate di tram per arrivare in San Marco e fare comunque un tratto a piedi…”.