Il Comitato pro-restyling, affiancato da Italia Nostra, rilancia la sua proposta e invita il presidente Viola ad acquistare l’impianto di Campo di Marte. “Offesa alla dignità di Firenze un eventuale trasloco a Campi”
“Il Franchi significa Fiorentina e viceversa, un binomio inscindibile che costituisce per Firenze un valore identitario irrinunciabile”. Il Comitato “Vogliamo il Franchi” trova un alleato in Italia Nostra e nel corso di una conferenza stampa congiunta alla quale hanno partecipato il vice presidente Mario Bencivenni, il professor Marco Piccardi e lo storico dell’architettura Mauro Cozzi, rilancia il progetto di restyling affinchè il “vecchio” comunale rimanga la casa dei Viola per le partite interne di campionato proponendo al presidente Rocco Commisso di acquistare l’impianto di Campo di Marte.
Una posizione condivisa dagli oltre 3.000 fiorentini, tra tifosi, giornalisti, addetti ai lavori, artisti, intellettuali ed ex glorie gigliate, che hanno aderito all’appello lanciato dall’organismo creato dai giornalisti Alessandro Fiesoli e Riccardo Catola. E per dare ancora maggiore risalto alla sua iniziativa Comitato e Italia Nostra hanno stilato un decalogo partendo dalla considerazione che il Franchi è stato il fulcro della formazione della vasta area sportiva che ha connotato il quartiere di Campo di Marte sorto in seguito all’ampliamento di Firenze Capitale.
“Il Franchi – spiegano – è un capolavoro di architettura e ingegneria del Novecento firmato dall’ingegner Pier Luigi Nervi: sarebbe un delitto abbandonarlo al degrado quando è invece possibile e doveroso ammodernarlo realizzando una copertura completa e nuove tribune bordo campo sui lati Fiesole e Ferrovia. Costi e tempi sarebbero per di più inferiori rispetto ad altri rischiosi e improponibili progetti”.
Un’operazione, quella di acquisto del Franchi da parte della Fiorentina, che ha un precedente illustre e recente nello stadio “Atleti Azzurri d’Italia” di Bergamo, vincolato con decreto del 2016 del Segretariato Regionale per la Lombardia del Ministero dei Beni Culturali, e poi comprato dal presidente dell’Atalanta Antonio Percassi per 8,6 milioni di euro. “Il trasloco della Fiorentina – continuano – lo condannerebbe a morte, provocando anche sensibili danni economici ad aziende e famiglie del quartiere, oltre a impoverire il centro con un’ulteriore perdita di funzioni economiche, culturali e direzionali. Non ci sono altri sport con audience sufficiente per un catino da 40 mila posti e altre manifestazioni prevedono calendari limitati”.
Secondo Comitato e Italia Nostra dunque non esisterebbero ostacoli insormontabili a una possibile vendita del Franchi alla società Viola, occorrerebbe “solo la volontà politica”. “Su uno stadio di proprietà – aggiungono – la Fiorentina può investire ragionevolmente per un restyling adeguato al campionato di Serie A (copertura totale, nuove tribune bordo campo lato Fiesole e Ferrovia, skybox, museo, ristoranti e negozi) confortevole ed esteticamente all’altezza di Firenze, in tempi più rapidi e a prezzi più contenuti rispetto a uno stadio nuovo”.
Inoltre, sottolineano ancora, l’adeguamento è consentito dalla stessa Soprintendenza che vincola il Franchi alla sua funzione originaria (stadio) previa conservazione e tutela della struttura di Nervi, consentendo semmai demolizioni delle aggiunte realizzate in occasione di Italia 90: obbiettivo concretamente raggiungibile anche sulla base di studi della Facoltà di Ingegneria condotti da docenti particolarmente qualificati. La soluzione migliore sarebbe “attivare un concorso a inviti per professionisti di riconosciuta esperienza. Sviluppato in armonia con le prescrizioni della Soprintendenza, il restyling del Franchi garantisce tempi e costi più rapidi rispetto all’ipotesi Mercafir meno realistica e piena di ostacoli perché consuma suolo in un’area della città quasi satura, presume interventi infrastrutturali di notevole impatto e contrasta con le previsioni relative alla nuova pista dell’Aeroporto”.
Senza considerare, fanno sempre notare Comitato e Italia Nostra, che “la variante semplificata” adottata dal Comune “può essere impugnata e con un ricorso al TAR il provvedimento può essere sospeso”. “Il presidente Commisso – concludono – sappia però che Fiorentina è sinonimo di Firenze e che un eventuale trasloco a Campi Bisenzio sarebbe giudicato da Firenze come un’offesa alla propria dignità. Contrasterebbe con i quasi cento anni di storia viola e renderebbe irrealizzabile l’idea, espressa più volte da Joe Barone, di uno stadio da far vivere tutti i giorni, nuovo polo turistico cittadino. Peraltro, come ricordato dall’architetto Fuksas, uno stadio per le famiglie deve stare in città e non in una campagna malservita dai mezzi pubblici e con una viabilità marginale.
“Mantenere il Franchi vivo sarebbe un’esperienza d’avanguardia e sperimentazione di tutela e conservazione dei manufatti in cemento armato. Firenze ritroverebbe un primato importante simile a quello dei nostri concittadini del Quattrocento con cui potevano esibire la cupola del Brunelleschi o la facciata di S. Maria Novella. Sarebbe anche un’occasione eccezionale per riqualificare Campo di Marte come cittadella dello sport, unica nel suo genere non solo in Italia”.