Presentato ai residenti il progetto di restyling dello Stadio e dell’intero quartiere. Nardella bacchetta la Fiorentina: “Nessuna domanda inevasa, pronti a incontrarli anche domattina”
I tavoli sono diciotto, tutti rettangolari anziché rotondi e con le postazioni a otto. Seduti, i cittadini guardano, domandano, si confrontano a volte anche aspramente su quello che sarà il futuro del loro quartiere. In questa specie di “Leopolda” del Campo di Marte, in cui il Comune presenta il futuro che verrà per la seconda zona più popolosa di Firenze e in questo momento quella più attrattiva dal punto di vista abitativo, i pareri naturalmente sono discordi. Ma a farla da padrone sono i tanti dubbi e le perplessità di un’operazione complessa, strettamente legata al restyling dello stadio Franchi e ovviamente al sì della Fiorentina e del suo patron Rocco Commisso che su tutto il progetto ancora non hanno espresso un parere definitivo. Anzi, a essere pignoli non hanno espresso nulla, soltanto un silenzio totale.
Al Mandela Forum i cittadini presenti per la presentazione ufficiale di tuto il progetto, scivolata da luglio a settembre e poi ancora a novembre, sono molti di più dei 350 registrati sul sito. Presenti il sindaco Dario Nardella, buona parte della Giunta e una folta rappresentanza di consiglieri, i vertici di Arup (che ha vinto il concorso internazionale di idee) guidati dall’architetto David Hirsch illustrano la nuova faccia del Campo di Marte che verrà e specialmente le due “ali verdi” o “foglie” che copriranno la nuova area commerciale adiacente allo stadio:
«Abbiamo puntato sull’orizzontalità per non impattare sullo skyline di Firenze», ribadisce Hirsch. «È un progetto di rigenerazione urbana — aggiunge Mario Urso, studio Mca — sorgeranno una Vela Nord e una Vela Sud, da una parte ci saranno area commerciale e piscina, dall’altra uno spazio urbano integrato con viale Paoli”. Nardella illustra per l’ennesima volta il progetto dello stadio, i soldi già ottenuti da Stato e Pnrr (135 milioni), lo sviluppo della nuova linea della tramvia (che a regime trasporterà 16 mila persone l’ora) e poi risponde alla Fiorentina: «Barone dice che aspettano risposte? Non abbiamo mai ricevuto nessuna istanza formale, da parte nostra nessuna domanda è rimasta inevasa. Noi comunque siamo disponibili a incontrarli quando lo riterranno opportuno. Anche domattina. Il progetto di Campo di Marte vale quasi mezzo miliardo di euro e porterà 950 posti di lavori, metà dei quali permanenti. Ascolteremo i residenti e ci proietteremo nel futuro”.
I partecipanti all’assemblea pubblica ascoltano in silenzio poi parte il fuoco di fila delle domande facilitate da un esperto del comune e dalla grande planimetria posta su ogni tavolo: «Quali saranno le tutele dei residenti?», «Dove parcheggeremo durante le partite?», «Quale sarà la scaletta dei lavori?» e «Per quanto tempo avremo le ruspe sotto casa?». L’idea del restyling dello stadio piace, ma le preoccupazioni più forti sono tutte per la vivibilità e il reale collegamento tra il nuovo quartiere pedonalizzato e il resto della città. Un cittadino di «Noi di Campo di Marte» alza la voce: «Voi stravolgete il quartiere», Nardella risponde subito: «Ce l’hanno chiesto decine di migliaia di abitanti». «La scorsa estate tutti i giardini erano secchi— dice Francesca Marzano, un’altra cittadina del quartiere — cosa succederà se tutte le nuove aree verdi non saranno mantenute adeguatamente?». «Quanti posti auto salteranno? Il parcheggio scambiatore si può fare anche a Rovezzano?». I cittadini del comitato Noi di Campo di Marte sono i più agguerriti: «Possibile che si debba fare tutto adesso?».
Fra i presenti anche il consigliere regionale della Lega ed ex portiere viola Giovanni Galli: «Ho il cuore al Franchi ma il nuovo stadio l’avrei fatto da un’altra parte. Come si faranno a conciliare le partite della Fiorentina con i cantieri?». «Come farà la tramvia a fare la curva della gelateria Conti?» chiede ancora una signora. Ma c’è anche chi gioisce: «Avevo terrore che lo stadio venisse spostato a Campi». Le risposte saranno inviate via mail ai cittadini e poi pubblicate sul sito del Comune. Parte la rivoluzione di tutto un quartiere.