Nel 50° anniversario, un convegno alle Oblate ripercorrerà uno dei periodi più bui della recente storia repubblicana
Nell’anno del 50° anniversario Firenze ricorda la strage di piazza Fontana a Milano con una giornata intera dedicata alla memoria di quella che è stata una delle pagine più buie della storia Repubblicana. L’iniziativa si terrà il 7 dicembre alla Biblioteca delle Oblate di via dell’Oriuolo ed è organizzata da Comune, Anpi, Libertà e Giustizia, Arci, Cgil, Istituto storico toscano della Resistenza, Libera, Anpc e Vignettisti per la costituzione.
La manifestazione è stata presentata a Palazzo Vecchio dall’assessore alla cultura Tommaso Sacchi e dalla presidente emerita di Libertà e Giustizia Sandra Bonsanti. “Crediamo – sottolinea Sacchi – che iniziative come questa debbano essere fatte ovunque in Italia e in maniera particolare in quelle città medaglia d’oro della Resistenza e colpite da mafia e terrorismo. La biblioteca delle Oblate, spazio civico per eccellenza e luogo democratico del sapere, del dibattito e della conoscenza, è la sede ideale per ospitare l’evento, per trasmettere fatti di storia soprattutto ai più giovani”.
Tra i relatori del convegno (che si aprirà alle 10 e si concluderà nel pomeriggio) ci saranno Paul Ginsborg presidente di Libertà e Giustizia, Enrico Ricci vicepresidente Anpi, Andrea Bigalli di Libera, Giuseppe Matulli presidente dell’Istituto storico toscano della Resistenza, lo storico Miguel Gotor, la presidente Arci Francesca Chiavacci e Giuseppe Nicolosi magistrato che indagò sulla strage di Via dei Georgofili.
“Anche oggi che assistiamo a rigurgiti fascisti – aggiunge l’assessore fiorentino alla cultura – dobbiamo riflettere sul fatto che a questi si può e si deve rispondere solo con l’antifascismo militante e dichiarato delle nostre città, che hanno un dovere istituzionale e civico nei confronti della nuove generazioni e la totale adesione ai valori della nostra costituzione”.
Il 12 dicembre del 1969 una bomba custodita in una valigia e collocata all’interno della Banca Nazionale dell’Agricoltura provocò 17 morti e 88 feriti dando il via alla cosiddetta “strategia della tensione” che vide realizzare numerosi attentati in Italia con morti e feriti e culminò con l’attentato alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 nella quale perirono 85 persone. Al termine dell’ultimo processo celebrato nel 2005 la Cassazione ha affermato che la strage fu realizzata dalla cellula eversiva di Ordine Nuovo guidata da Franco Freda e Giovanni Ventura, non più processabili in quanto assolti con sentenza definitiva nel 1987. Non è mai stata emessa una sentenza per gli esecutori materiali della strage.