“La città non ha mai lasciato indietro nessuno e anche questa volta darà il proprio sostegno”. E Matteo Biffoni, delegato Anci per l’immigrazione propone di ampliare la rete Sai. Ma da Lega e Fratelli d’Italia piovono critiche e inviti alla prudenza
Firenze è pronta ad accogliere donne e profughi afghani alla luce l’emergenza sociale ed umanitaria che sta vivendo il Paese in queste drammatiche ore dopo la presa del potere da parte degli oltranzisti talebani. Lo affermano il sindaco Dario Nardella e l’assessore al Welfare Sara Funaro in un post su Facebook:
“Quello che stiamo vedendo e le testimonianze che stiamo sentendo – dicono insieme – non solo devono farci sentire inorriditi, spaventati, arrabbiati, ma devono scuotere il mondo, devono fare in modo che tutti si attivino per porre fine al regime e che tutti gli Stati realizzino corridoi umanitari perché quelle donne possano continuare ad avere lo sguardo fiero, perché quelle bambine possano continuare a sorridere, perché le minoranze si sentano protette, perché ogni cittadina e ogni cittadino di Kabul e di tutte le realtà che vivono questi incubi possano ancora avere un futuro e fiducia nell’umanità. Fiducia che in questo momento se ne sta andando via con quegli aerei che stanno partendo. Firenze è pronta a fare la propria parte, non ha mai lasciato indietro nessuno e anche questa volta darà il proprio sostegno alla popolazione di Kabul”.
Matteo Biffoni, sindaco di Prato e delegato Anci per l’immigrazione, in una lettera inviata al ministro dell’Interno Lamorgese si dice d’accordo insieme ai sindaci dell’Associazione che raggruppa i Comuni ad ampliare la rete Sai, sistema accoglienza integrazione, presente dal 2014 nel nostro Paese. Un intervento già messo in atto tra il 2014 e il 2019, ma che davanti alla ritirata dei contingenti occidentali assume significato e importanza maggiori almeno per mettere subito in sicurezza le famiglie dei collaboratori del contingente militare a Kabul e presso il comando di Herat. “Dobbiamo essere molto concreti – sottolinea -. Sarà la storia a dare un giudizio su questi ultimi vent’anni di presenza militare in Afghanistan: oggi siamo consapevoli che è il momento di aiutare il governo a mettere in salvo vite umane”.
Prudenza al sindaco Nardella chiede invece il capogruppo della Lega Salvini a Palazzo Vecchio Federico Bussolin e lo invita a evitare “gare di solidarietà con il il collega di Milano Sala” e “annunci senza scopo, scongiurando l’eventualità che da domani chiunque sbarchi in Italia si dichiari afghano. Auguriamo al Sindaco un lavoro maggiormente proficuo sulla politica amministrativa del Comune, lasciando a chi di dovere la risoluzione di drammi internazionali”. Mentre per Alessandro Draghi (FdI) “Nardella si affretta a definire Firenze ‘città aperta’, preparandosi a dare accoglienza indiscriminata a coloro che arriveranno (ovviamente con tutto ciò che ne consegue in termini di business economico). “Le responsabilità americane ed il disarmo ordinato dal democratico Biden hanno lasciato il paese nel caos e ora ci si aspetta che sia l’Europa a provvedere al sostentamento e all’asilo dei fuggitivi. Un copione già visto. È impensabile che a Firenze si possa affrontare un’ondata di nuovi ingressi, considerando che per colpa delle politiche scellerate e buoniste del PD abbiamo offerto un tetto a migliaia di stranieri. Basta sudditanza nei confronti degli USA: questi ultimi si assumano le proprie responsabilità, militari e civili”.