Lo rivela uno sudio dell’Istituto Mario negri di Milano sulle acque reflue dell’Arno. Salgono anche ketamina, cocaina e cannabis che rimane la sostanza più utilizzata
Firenze è la prima città in Italia per consumo di eroina. Tra il novembre 2020 e l’aprile 2022 risulta in salita il consumo di questo stupefacente, ma cresce anche il consumo di ketamina (da 8 a 18 mg). Lo rivela una indagine, poco rassicurante, sui consumi di droga nelle città italiane realizzata dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri: anche se per la città non è una novità assoluta. Già diversi anni fa una indagine simile fatta sulle acque reflue dell’Arno aveva rivelato che appunto sulle rive del fiume si “pippa” e non poco. Lo studio è stato finanziato dal Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio, i cui risultati sono stati pubblicati nella Relazione Annuale al Parlamento. “Il progetto Acque reflue – spiega Sara Castiglioni, capo del laboratorio di Indicatori Epidemiologici Ambientali del Mario Negri – ha sviluppato una rete di rilevamento che ha incluso 33 città di 20 regioni. La metodica analizza i residui metabolici delle sostanze stupefacenti nelle acque urbane arrivate ai depuratori, per stimare le sostanze vengono consumate dalla popolazione”.
Nel periodo analizzato dunque a Firenze aumenta anche il consumo di ketamina, cocaina e cannabis. Nel capoluogo toscano, la sostanza più utilizzata è la cannabis. Nell’aprile del 2022 i dati spiegano che sono state consumate 45,5 dosi al giorno, ogni mille abitanti. Per la cocaina, siamo a 14,3 dosi, sempre ogni mille abitanti. Le ricerche hanno permesso di rilevare anche il consumo di nuove sostanze psicoattive. L’uso della ketamina si riscontra in quasi tutte le città oggetto dell’indagine con una media di 5 mg al giorno per 1.000 abitanti e consumi medi sopra della media in alcuni capoluoghi tra i quali Firenze oltre a Bologna, Cagliari, Milano, Torino e Venezia. I consumi medi di metamfetamina sono costanti e con valori più elevati a Roma. Quanto all’ecstasy (Mdma), dopo il calo del 2020, c’è stato un aumento nell’autunno del 2021: la spiegazione potrebbe essere la concomitanza con la riapertura delle discoteche dopo lo stop per la pandemia da Covid.