Moglie adorata di Sandro Pertini e staffetta partigiana durante la guerra di Liberazione, per molto tempo fu assistente volontaria di psicologia a Santa Maria Nuova
“Firenze è sempre stata nel suo cuore: era un po’ la sua coperta di Linus, quando aveva bisogno di stare sola e serena aveva Firenze”. Da ieri mattina la passeggiata che unisce via Baracca con via di Novoli porta il nome di Carla Voltolina, quella “bella ragazza mora” che tanti anni fa durante le fasi drammatiche e concitate della lotta di Liberazione a Milano aveva affascinato Sandro Pertini e ne divenne in seguito moglie adorata con il quale condividere gli ideali rimasti intoccati di una vita intera.
Ma Carla Voltolina aveva un rapporto speciale anche con la nostra città riassunto benissimo nelle parole iniziali del fratello Umberto di 20 anni più giovane. Perché lei, staffetta partigiana, giornalista iscritta all’Ordine dal 1945, dopo il conseguimento della seconda laurea in psicologia a 51 anni, fu psicoterapeuta volontaria in analisi prima a Roma, poi a Milano ed infine, per lungo tempo, proprio a Firenze presso il servizio diagnosi e cura psichiatrica dell’ospedale di Santa Maria Nuova.
All’inaugurazione, oltre al vicesindaco Cristina giachi e a Umberto Voltolina, hanno partecipato i rappresentanti della Fondazione Sandro Pertini, il presidente della Fondazione Circolo Rosselli Valdo Spini e Paola Malacarne, responsabile dell’Associazione toponomastica femminile per la provincia di Firenze e Prato. “Una donna straordinaria e coraggiosa – ha detto Giachi – un simbolo di libertà e di indipendenza: una indipendenza che le ha consentito di essere protagonista del suo tempo. Le tante donne protagoniste della nostra storia, come Carla Voltolina, sono oggi per noi fattori di identità. E per questo le vogliamo sempre più presenti nei nomi delle nostre strade e dei luoghi che ci sono cari”.
Torinese, figlia di un colonnello del regio esercito, dopo l’8 settembre Carla decise di fare parte della Brigate Matteotti. Tra i molti compiti svolti come staffetta partigiana le verrà assegnato anche quello di assumere la responsabilità della sicurezza di Sandro Pertini nel viaggio dal Monte Bianco a Torino e poi a Milano. Ai primi di giugno del 1944, entrò nel comitato esecutivo della Federazione giovanile socialista. Il 25 aprile 1945 festeggiò con Sandro Pertini la Liberazione di Milano dal nazifascismo. Nel dopoguerra collaborò con “Il Lavoro” di Genova, storico quotidiano socialista, e con la Rivista dell’Unione Donne Italiane “Noi Donne”: fu anche notista parlamentare, incarico che lasciò quando Pertini divenne Presidente della Camera. Morì a Rona nel 2005 all’età di 84 anni.
“Carla è una donna della Repubblica, è una donna contemporanea e anche una donna del domani – ha aggiunto Umberto Voltolina -. Questo è il messaggio che vogliamo trasmettere ai giovani, ma soprattutto alle ragazze: di non demordere mai rispetto alla condizione di progresso, di emancipazione, di realizzazione di sé”. Nel pomeriggio in Sala d’Arme, a Palazzo Vecchio, Antonella Braga, ha presentato il volume “Carla Voltolina”, scritto con Luisa Steiner, per la collana dedicata alle donne che sono state protagoniste della vita sociale, politica e culturale italiana.