In Piazza Signoria anche i due competitor per la presidenza della Regione Susanna Ceccardi (centrodestra) ed Eugenio Giani (centrosinistra). Lorenzo Baglioni ha parlato dei valori della Resistenza ai giovani
Cerimonia della Liberazione di Firenze, alle 7 sono stati i rintocchi della Martinella a dare il via alle celebrazioni del 76°anniversario della Liberazione della città. Il suono della campana della Torre di Arnolfo di Palazzo Vecchio, che l’11 agosto 1944 annunciò alla città il ritorno alla libertà e alla democrazia, è stato il primo degli eventi in programma. Alle ore 8.30 alla Stazione si è svolta la cerimonia commemorativa in ricordo dei soldati Sikh, caduti per liberare la nostra città. Alle 9 a Palazzo Vecchio, in via dei Gondi, è stata invece deposta una corona di alloro alla lapide dettata da Piero Calamandrei a ricordo della Liberazione.
Alle 10, in piazza dell’Unità italiana, è avvenuta la deposizione di una corona di alloro da parte delle autorità civili, religiose e militari al monumento ai caduti di tutte le guerre, ai quali è stato reso onore con le preghiere di suffragio. Al termine della cerimonia è partito il corteo diretto in piazza della Signoria, con al seguito i Gonfaloni di Firenze, della Regione Toscana, della Città metropolitana e dei vari Comuni dell’area fiorentina, oltre ai labari della federazione delle associazioni partigiane e della associazioni d’arma e combattentistiche.
Sull’arengario di Palazzo Vecchio, in piazza della Signoria, sono intervenuti il sindaco Dario Nardella, Vania Bagni (presidente ANPI Firenze) e Lorenzo Baglioni, invitato dal primo cittadino fiorentino a parlare dei valori della Liberazione e della Resistenza nel contesto di oggi, rivolgendosi in particolare alle nuove generazioni. Presente alla cerimonia anche la candidata presidente del centrodestra per le regionali di settembre Susanna Ceccardi e il competitor di centrosinistra Eugenio Giani.
“Sono trascorsi 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale – ha detto Nardella nel passo principale del suo discorso commemorativo – e gli ideali di libertà, di pace, di uguaglianza che animarono il riscatto del popolo italiano li troviamo scolpiti nella nostra Costituzione, per sancire tutti quei valori per i quali lottarono e morirono gli antifascisti. Ancora oggi questi valori vanno difesi. Ancora oggi sentiamo di episodi di antisemitismo, di razzismo, di sfregio alla nostra memoria. Ancora oggi sentiamo dire che essere fascisti o antifascisti non ha più senso. Per questo non possiamo assistere in silenzio alla cancellazione della nostra storia. Essere italiani presuppone l’essere antifascisti, credere nella nostra Repubblica significa credere negli ideali antifascisti e rifiutare ogni tipo di discriminazione. La comunità che siamo ha le sue fondamenta in questi valori che noi tutti saremo sempre qui a difendere”.