In Commissione non passa la risoluzione di Felleca che invitava il Parlamento a intervenire con una legge sulla materia perché i Dem votano assieme a Lega e Italexit. “Diritti sì, purchè la proposta arrivi da loro”
“Diritti sì, purché la proposta arrivi dal Partito Democratico”. Nuovo capitolo dello scontro in atto ormai da mesi fra Italia Viva e Pd nonostante le due forze siano in Giunta a Palazzo vecchio. Stavolta però si è andati molto oltre, tanto che alla fine sono volate anche le lacrime da parte della consigliera renziana Barbara Felleca. Motivo del contendere il delicato tema del fine vita. Nella commissione politiche sociali e della salute di Palazzo Vecchio, presieduta da Mimma Dardano anche lei recentemente passata a IV dopo essere stata la capogruppo della Lista Nardella, Felleca ha presentato una risoluzione in cui si invitava il Parlamento a “intervenire con apposita Legge a normare la materia, delicata e complessa”. Al momento dei voti la sorpresa-choc: il documento è stato bocciato con i voti del Pd (escluso Stefano Di Puccio), Lega e Italexit. Non avrei mai immaginato di piangere dopo una votazione; e se questo voto contrario del PD è il frutto di un calcolo politico, allora forse è meglio lasciarla perdere, la Politica. Se quell’atto lo avessi portato prima della mia uscita dal Partito Democratico, l’esito sarebbe stato ben altro, ne sono convinta; come sono convinta che a breve, forte dei numeri (ma non delle idee), il PD ci presenterà un atto su questa materia. Oggi provo solo tanta amarezza”.
Di Puccio, da sempre attentissimo ai temi etici e sociali, più volte in disaccordo col suo partito proprio su posizioni molto delicate come queste, non fatica a spiegare il perché del voto a favore: “Il Pd voleva fare un’altra commissione – dice – per me l’argomento era chiaro. I miei colleghi hanno votato assieme a Lega e Italexit e io non me la sono sentita davvero di fare una cosa del genere”. In serata la replica del Pd per bocca del capogruppo a Palazzo vecchio Armentano: «Ritenevamo la risoluzione proposta troppo generica, parlando solamente di un invito a legiferare senza tenere di conto di un lavoro parlamentare già in essere, ripreso in mano dal senatore Bazoli – dice – Per questo abbiamo richiesto di proseguire il confronto. Spiace che non sia stata ascoltata questa nostra richiesta di confronto. Spiace a maggior ragione che sia diventata motivo di facile polemica e di divisione. Il rispetto nella dialettica politica è un valore fondamentale che dovremmo avere tutti nel nostro dna. Stando nella stessa maggioranza l’auspicio è di toni meno accesi e rancorosi».