E’ la posizione del Comune in merito all’inchiesta su Alia e lo smaltimento illecito di rifiuti. Montelatici (Lega) chiede la convocazione della Commissione di Controllo, mentre per Armentano (Pd) il Carroccio “non perde occasione per strumentalizzare le situazioni e fare confusione”
“Fiducia nel lavoro degli inquirenti e dei magistrati”. E’ questa la posizione dell’amministrazione Comunale in merito all’inchiesta della procura di Firenze che ha visto oggi notificare l’interdizione a nove esponenti di Alia spa e di società ad essa collegate oltre a 33 avvisi di garanzia nei confronti di altrettanti dirigenti e funzionari (Bufera su Alia: 9 interdetti e 33 indagati per smaltimento illecito di rifiuti | La Martinella di Firenze). “Nell’auspicare che le persone coinvolte possano chiarire al più presto la propria posizione e convinti che debba essere fatta piena luce sulla vicenda – informa una stringatissima nota -, riponiamo fiducia nei nuovi vertici di Alia insediati da pochi mesi e già al lavoro per l’affermazione di un processo di sviluppo industriale all’insegna dei principi dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale, per noi assolutamente prioritario”.
Non si fermano però le reazioni politiche all’ennesima bufera giudiziaria che in queste ore sta travolgendo la Toscana sullo smaltimento dei rifiuti. Il Presidente della Commissione di Controllo Antonio Montelatici (Lega Salvini) in questi minuti sta inoltrando la richiesta di convocazione della Commissione per ascoltare quanto prima i vertici di ALIA e approfondire tutti gli aspetti della vicenda. “Le notizie – commenta – delle inchieste che interessano dirigenti e funzionari della società indagati per i reati di traffico illecito di rifiuti, frode nell’esercizio del commercio e getto pericoloso di cose sono preoccupanti e sconvolgenti. Utilizzeremo tutti gli strumenti e le competenze della Commissione di Controllo per andare fino in fondo”. Ma il Carroccio è disponibile anche a sottoscrivere e sostenere la costituzione di una commissione d’inchiesta (per altro chiesta anche da Sinistra Progetto Comune) “che s’impegni a fare luce sulla gestione della partecipata e sulle eventuali responsabilità politiche in merito ai gravi fatti oggetto dell’indagine della magistratura”.
Per Nicola Armentano, capogruppo Pd a Palazzo Vecchio “Ancora una volta la Lega non perde l’occasione per strumentalizzare le situazioni e fare confusione. Bussolin parla di competenze, ma dimostra di non conoscere lui stesso che i compiti di controllo demandati dalla Legge Regionale alle Autorità d’Ambito attengono agli aspetti regolatori e di pianificazione del servizio e non a quelli di controllo ambientale, che sono di competenza di altri enti. Sovrappone, insomma, piani diversi per costruire una ricostruzione solamente funzionale alle sue accuse gratuite. Quanto alla presidenza, consiglio e assemblea di ATO, è la normativa regionale che prevede che nel consiglio direttivo e nell’assemblea siedano i rappresentanti istituzionali del Comuni dell’Ambito, la cui carica resta in vigore fino alla scadenza del mandato amministrativo, e senza alcun compenso aggiuntivo a carico dell’ente. I membri del consiglio direttivo vengono eletti alla prima assemblea e, da statuto, hanno funzioni di organizzazione e coordinamento del lavoro dell’assemblea stessa. Abbiamo fiducia che la magistratura faccia il suo corso a tutela dell’interesse della cittadinanza e delle istituzioni”.