L’esponente di Italia Viva si ricandida alle amministrative dell’8 e 9 giugno per il Consiglio Comunale. “Mi piace l’idea che Firenze mi veda come una persona vicina che sa ascoltare. Politica, uguale passione”
“A otto anni ho scritto a Sandro Pertini, che rappresenta il mio modello di uomo politico. Io vengo da una famiglia operaia, le radici sono importantissime. La mia famiglia, stavamo in via Atto Vannucci, aveva lo sfratto. Nella mia testa di bambina prendo carta e penna e scrivo a sua eccellenza il presidente dicendo che viveo a Firenze e che dovevo parlargli di due problemi: la fame nel mondo e il problema della casa. Una sera mio babbo torna a casa con una bustina quadrata gialla con il timbro Quirinale e il nostro indirizzo di casa. Nel foglio scritto a macchina il segretario generale mi diceva che il presidente aveva letto la mia lettera e mi ringraziava molto. Questa è per me la politica”.
E lei, dopo dieci anni di politica vissuta intensamente, con arrabbiature e pianti, si sente ancora quella bambina che tanto tempo fa scrisse a presidente più amato dagli italiani. Pronta per tornare nell’agone politico fiorentino presentandosi per il Consiglio Comunale alle amministrative dell’8 e 9 giugno. Ma attenzione, non nelle fila del Pd bensì in quelle di Italia Viva a cui ha aderito dopo lo strappo sofferto con quella che fino a quel momento era stata la sua casa. Barbara Felleca, avvocato e nel precedente mandato vice presidente del “parlamentino” fiorentino, non ha dubbi al riguardo. Con lei in corsa ci saranno fra gli altri l’altra consigliera uscente Mimma Dardano (ex Lista Nardella poi transitata nei renziani), il coordinatore provinciale Francesco Grazzini e il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini. Tutti insieme nel sostegno poi alla candidata sindaco Stefania Saccardi, vice presidente della Giunta Regionali, con notevoli chance di affermazione personale. “Già – confessa – arrabbiature e pianti. Come quando il Consiglio ha bocciato una mia risoluzione sul tema del fine vita perché ero da poco passata in Italia Viva. Era un atto rivolto al Parlamento perché prendesse in mano quel tema che, come tutti i temi delicati e sensibili, io sento molto in quanto la mia famiglia ne è stata toccata in prima persona. Io resto quella bambina che comunque crede in molte cose anche con una ingenuità che forse non appartiene più a questo tempo dove giocano altre dinamiche”.
Di una cosa è fermamente convinta: l’antipolitica o l’avversione per la politica spesso nasce proprio dagli stessi politici. Mentre la politica vera è un valore. “Politica – aggiunge – viene da polis, città: la mia città in questo caso. Il mio impegno ha un senso se posso fare qualche cosa. Mi piace l’idea che Firenze mi veda come una persona vicina che sa ascoltare, a cui ci si può rivolgere dalla buca nel marciapiede fino a temi come l’abbattere gli stereotipi di genere, o la tari che è troppo alta per gli studi professionali o commerciali. Per me la politica non è un lavoro, è passione. Io ho il mio lavoro, una famiglia meravigliosa. La mia giornata è piena e la politica la faccio incastrandola in una giornata già densa di impegni diversi. Aprirò la mia campagna elettorale dalla Casa del popolo di Legnaia che frequentava il mio babbo: il rimpianto più grosso è che non potesse più ascoltarmi quando ho cominciato a fare politica e magari anche darmi dei buoni consigli”.
Tre i punti principali sui quali fonderà la sua battaglia per tornare a Palazzo Vecchio: la sicurezza innanzitutto: “Ho una figlia adolescente e non posso accettare una città in cui le ragazze adolescenti non abbiano la sicurezza di prendere una tramvia o di camminare per strada. Cercherei di creare ponti in questa città. Questa città è fatta da tante piccole realtà che vivono una vita propria invece io credo che la forza della città che va recuperata sia proprio il ponte tra questi mondi diversi: dallo sport alla cultura, alla mobilità”. Poi il terzo settore, ossatura importante: “la creazione della casa delle associazioni sarebbe un segnale forte perché quando i diversi enti organizzano eventi devono farlo nelle sale a pagamento perché non possono disporre di una sede idonea: e poi creare una struttura amministrativa ad hoc, insomma un unico interlocutore per semplificare loro la vita”.
Quanto al decoro Felleca prende a esempio le mobike lasciate dopo l’uso bellamente sui marciapiedi i quali poi diventano inaccessibili per i pedoni. “Sarà possibile fare quello che hanno fatto a Milano dove se tu non riporti la mobike nel parcheggio specifico dedicato il “tassametro” per così dire corre e vuoi vedere che così la gente le lascia dove devono essere lasciate? Ma ci vogliono anche stalli vicini alle scuole e per gli studenti tariffe non dico dimezzate ma quasi”. Ultimo capitolo la Polizia Municipale che secondo l’esponente renziana deve recuperare il proprio rapporto con i cittadini. “I vigili – conclude – non sono solo quelli che fanno le multe ma sono coloro che devono stare sul territorio, in bicicletta o a piedi, e possono essere un punto di riferimento: vedi vigili di quartiere che andavano potenziati anziché tolti. Dopo di che il tema delle multe è un problema serio ma non perché io voglio una città dove si trasgredisce il codice della strada. Chi fa una sanzione per riportare l’ordine poi si deve sentire protetto nell’elevarla. Qui il turismo è una ricchezza ma deve essere un turismo di qualità. Se i calessini che portano a giro i turisti in centro non possono andare non ci vanno. Si deve ripristinare la legalità in questa città seguendo le regole di convivenza civile. Chi non le segue, sanzione”.