Alla Motorizzazione Civile invece una cinese si presenta per sostenere lo scritto per la patente con un’attrezzatura alla James Bond ma viene scoperta e denunciata
Ricettazione e indebito utilizzo di mezzi di pagamento sono le accuse che hanno fatto finire in manette una fiorentina di 41 anni per altro ben nota alle Forze di Polizia. La donna ha attirato l’attenzione di una pattuglia dei Falchi della Squadra Mobile che l’hanno vista entrare in un negozio di abbigliamento di via Il Prato, per poi riuscire dopo alcuni minuti con addosso dei vestiti nuovi. Insospettiti gli agenti l’hanno fermata per un controllo, scoprendo che si era data allo shopping pagando però gli acquisti con una tessera bancomat sparita proprio lo stesso giorno dagli spogliatoi di un albergo del centro storico.
Secondo quanto ricostruito, la 41enne in più momenti avrebbe poggiato sul Pos la carta per l’acquisto di merce non superiore, di volta in volta, al prezzo complessivo di 50 euro limite massimo di spesa entro il quale non viene richiesto di digitare il codice di sicurezza per autorizzare il pagamento. La Squadra Mobile è ora a lavoro per verificare eventuali responsabilità materiali dell’indagata sia nel furto del bancomat (e di altre carte, tra le quali una Postepay e una tessera sanitaria) messo a segno nell’hotel in centro, sia in altri analoghi colpi che sarebbero avvenuti nelle scorse settimane sempre all’interno di locali adibiti a spogliatoi di esercizi commerciali e alberghi cittadini.
Si è presa invece una denuncia una cittadina cinese di 42 anni presentatasi alla Motorizzazione Civile per sostenere l’esame scritto per la patente di guida con addosso un’insolita attrezzatura degna James Bond: un minuscolo e quasi invisibile auricolare dentro l’orecchio insieme a un Iphone occultato sotto i vestiti, ben ancorato alla biancheria con quattro supporti metallici cuciti sul body. Ad accorgersi che qualcosa non andava è stata un’esaminatrice dopo averle consegnato delle cuffie per il supporto audio richiesto. A chiarire i sospetti ci ha pensato la Polizia che ha scoperto l’ingegnoso sistema nascosto nei vestiti con il quale, probabilmente aiutata da qualcuno all’esterno, avrebbe dato tutte le risposte giuste. La donna è stata denunciata.