E’ il senso della risoluzione uscita fuori al termine dell’assemblea generale alla quale ha partecipato Greta Thunberg. L’attivista svedese: “La lotta per arrivare alla fine del mese è la stessa contro la fine del mondo”
“Convocate subito i tavoli tecnici per la riconversione dell’ex Gkn”. E’ la risoluzione uscita oggi dall’assemblea dell’azionariato popolare al presidio a Campi Bisenzio, dove è intervenuta in conclusione Greta Thunberg. “Se entro il 15 novembre non ci saranno novità sostanziali – ha spiegato la RSU ex Gkn all’assemblea -, il progetto sarà messo a verifica e ne sarà valutato l’abbandono“. Questi i punti della risoluzione: approvazione del progetto industriale; conferma del supporto della reindustrializzazione dal basso della ex Gkn; nomina del comitato tecnico-scientifico solidale a partecipare ai tavoli istituzionali; convocazione di un tavolo tecnico di reindustrializzazione con le istituzioni; ampliamento dell’azionariato popolare fino a 2 milioni di euro, nel caso in cui parta tale seria discussione tecnica con istituzioni e finanziatori. “In assenza di seri passi avanti nelle condizioni finora insoddisfatte per l’avvio del piano entro il 15 di novembre – si legge nella risoluzione -, l’assemblea valuterà se confermare o meno la propria disponibilità all’azionariato. L’abbandono di questo progetto e il cadere conseguente di un esperimento sociale unico non passerà inosservato. Per questo ci impegniamo a un mese di controinformazione crescente e a un momento di mobilitazione assembleare a verifica il 17 novembre”.
A portare la solidarietà alle maestranze ex-Gkn è arrivata l’attivista Greta Thunberg che nel suo saluto finale ha sottolineato come “il territorio difende la fabbrica e la fabbrica difende il territorio. La lotta per arrivare alla fine del mese è la stessa lotta contro la fine del mondo. Chiediamo al movimento internazionale per il clima di sostenere l’idea di reindustrializzazione dal basso. Voglio dire grazie alle persone di questa fabbrica cooperativa Gkn per aver mostrato come dovrebbe essere il futuro. La crisi climatica non è solo una questione tecnica che riguarda il passaggio dall’energia da combustibili fossili a quella rinnovabile. Si tratta di progettarlo dando priorità al benessere. Quando elimineremo e trasformeremo gradualmente i settori che dipendono fortemente dai combustibili fossili i lavoratori non potranno essere lasciati indietro. Non bisogna rimanere indietro nella transizione verde. Stiamo lottando contro gli stessi sistemi distruttivi”.