Interrogativo legittimo visto il silenzio fin qui del patron della Fiorentina. Intanto Nardella e Barone si sono incontrati a Palazzo Vecchio. Basterà la parte commerciale a convincere il tycoon? E davvero gli interesserà la riqualificazione dell’area di Campo di Marte?
E se a Rocco Commisso il progetto preliminare di restyling dell’Artemio Franchi con la riqualificazione dell’area di Campo di Marte non dovesse piacere? La domanda aleggiava come uno scomodo fantasma otto giorni fa nel Salone de’ Dugento durante l’illustrazione del lavoro vincente realizzato dallo studio Arup voluta dal sindaco Dario Nardella con la partecipazione di mezza Giunta comunale. Ma tutti gli attori coinvolti, rappresentazioni delle istituzioni e delle categorie economiche, media, si sono ben guardati dal porla, sapendo di infilarsi in un campo minato.
D’altronde la posizione del presidente della Fiorentina è nota da tempo. Lui del Franchi non sa cosa farsene e avrebbe volentieri voluto costruire un suo impianto nuovo di zecca da un’altra parte, magari proprio a Campi Bisenzio che da sempre ha srotolato per lui tappeti rossi, approfittando anche dei lavori per il nuovissimo Viola Park a Bagno a Ripoli che stanno procedendo spediti. Fino a questo momento la Fiorentina non ha espresso una posizione ufficiale, malgrado le poche parole di circostanza uscite dalla bocca del Direttore generale Joe Barone nel Salone dei Cinquecento nel corso dell’evento mediatico che ha svelato il progetto vincitore del concorso internazionale di idee bandito dal Comune.
Ma sindaco e Dg ieri pomeriggio si sono visti a Palazzo Vecchio per cominciare a studiare insieme le caratteristiche del progetto. Un primo contatto, secondo gli osservatori più attenti, fra l’altro già annunciato, a cui ne seguiranno altri con l’obiettivo di mettere su una task force di coordinamento per il percorso da intraprendere da qui all’eventuale inizio dei lavori. Il progetto di Arup, è bene dirlo subito, è molto semplice, lineare e se vogliamo anche piuttosto “minimal” con quella sua copertura a laminatura sottile che ricorda un po’ il Meazza di Milano ma con più eleganza: e se da una parte si integra ottimamente con lo skyline fiorentino dall’altra però ottiene il risultato di nascondere (almeno questo è quello che sembra di intuire guardando i rendering fin qui mostrati ndr) le parti più innovative dell’impianto di Nervi: quelle scale elicoidali, che insieme alla Torre di Maratona e alla tribuna coperta che si slancia verso il cielo con una soluzione architettonica rivoluzionaria ancora adesso, sono da sempre la caratteristica del “Vecchio Comunale”.
Il punto però è un altro, anzi a ben vedere sono due: il primo riguarda la possibilità che la Viola continui a giocare al Franchi anche durante i lavori, eventualità questa che il progetto già contempla, naturalmente con una capienza di spettatori ridotta. Il secondo, quello sicuramente più importante per il patron della Fiorentina, è la superficie commerciale da dove dovrebbero arrivare i ricavi per mandare avanti tutto l’universo Viola (museo viola e del calcio, merchandising, strutture ricettive dedicate al “food”, negozi, sale per organizzare eventi e convegni) e guadagnarci anche un po’ come è naturale che sia per un imprenditore privato soprattutto se proveniente dagli Sates. Basteranno i metri quadrati, dentro e fuori il nuovo Franchi, a convincere Rocco ad acquistare l’area che sorgerà accanto al nuovo Franchi? In ballo ci sono 30 milioni di euro e pure la nuova convenzione da firmare sull’utilizzo dello stadio che chiaramente avrà un prezzo più elevato rispetto al milione di euro che la Fiorentina versa al Comune ogni anno per l’utilizzo. Ultima ma non meno importante la questione della riqualificazione dell’area di Campo di Marte che come ha sempre affermato il sindaco Nardella è strettamente connessa al progetto. Interesserà davvero a Commisso, e fino a che punto?