La ruota che rendeva subito riconoscibile la statua in ricordo di Franco Ballerini, sulla panoramica che da Firenze sale a Fiesole, era stata vandalizzata. Adesso è tornata al suo posto restituendo al monumento il suo aspetto originario
Sulla strada panoramica che da San Domenico sale a Fiesole si trova un monumento che rappresenta un ciclista in sella alla sua bicicletta, omaggio a Franco Ballerini, già vincitore di due Parigi – Roubaix ed indimenticato commissario tecnico della Nazionale italiana di ciclismo su strada, prematuramente scomparso nel 2010 in un incidente di rally. Nel giugno 2021 l’opera, realizzata da Alberto Ballerini scultore e cugino di Franco, è stata vandalizzata da ignoti e privata della ruota della bicicletta che tanto la caratterizzava rendendola immediatamente riconoscibile da chi sale verso Piazza Mino, su un lembo di terreno di proprietà di Emilio Terzani amico dello stesso Alberto.
“Si trattò di un gesto veramente incomprensibile – dice il Sindaco di Fiesole Anna Ravoni – che colpì il ricordo di un grande sportivo proprio lungo la strada che nel 2013 aveva visto il passaggio degli atleti partecipanti al Campionato del mondo di ciclismo. Addirittura, solo poco tempo fa, qualcuno ha pensato di sostituire, come segno di ulteriore sfregio, la ruota rubata con un vecchio cerchione di bicicletta che ho provveduto a rimuovere personalmente”.
Qualche giorno fa, nel corso di una cerimonia in via Mantellini, alla presenza di Aldo e Eleonora, rispettivamente fratello e nipote di Alberto Ballerini, la bicicletta ha avuto di nuovo la sua ruota. Domenico La Mazza della ditta Aries di Calenzano, ha realizzato la nuova ruota rifacendosi al vecchio progetto e, insieme alla famiglia e agli amici del campione, ha deciso di rimediare al danno provvedendo a posizionarla sul monumento restituendogli così l’aspetto originario che aveva immaginato l’autore. “E’ con grande piacere che la città di Fiesole, da sempre attenta alle tematiche dello sport ed impegnata nel garantire la sicurezza dei ciclisti sulle proprie strade, ha accettato questo dono – conclude Ravoni -. Faceva veramente tristezza vedere, in un punto percorso quotidianamente da tante persone e da tanti appassionati di bicicletta, un monumento in quelle condizioni. Oggi il ciclista di pietra ha riavuto il suo attrezzo di lavoro nel ricordo di un grande campione”.