La statua bronzea del Giambologna è stata smontata utilizzando una gru che ha sollevato il cavaliere e lo ha posizionato su un appoggio in legno. Cosimo e il cavallo torneranno insieme a marzo
La statua equestre Cosimo I, opera bronzea del Giambologna collocata in piazza della Signoria, è stata smontata per il restauro. Per l’imponente operazione è servita una gru che ha sollevato il cavaliere e lo ha posizionato su un appoggio in legno. Cosimo I e cavallo torneranno insieme alla fine dei lavori, prevista per marzo.
Il restauro è reso possibile grazie all’accordo tra il Comune di Firenze e la maison fiorentina Salvatore Ferragamo S.p.A. che, tramite Art Bonus, ha elargito un’erogazione liberale di oltre un milione di euro. L’accordo con Ferragamo, che ha seguito quello che ha portato al restauro della maestosa fontana dell’Ammannati in piazza della Signoria (terminato nel 2019), ha già visto ultimato il restauro del David di piazzale Michelangelo e proseguirà poi con Ercole e Caco di Baccio Bandinelli e la copia del David di Michelangelo poste all’ingresso di Palazzo Vecchio e la copia di Giuditta e Oloferne sull’Arengario.
I lavori sono diretti dal Servizio Belle Arti del Comune, con l’alta sorveglianza a cura della SABAP Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio (funzionaria dott.ssa Maria Maugeri); eseguiti da Cooperativa Archeologia con i restauratori Nicola Salvioli (restauro del David e delle parti in bronzo) e Stefano Landi (materiali lapidei) con il supporto del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) per le indagini diagnostiche. “E’ stato davvero emozionante vedere la statua praticamente divisa in due – ha commentato il sindaco Dario Nardella – per questa pratica di restauro innovativa e accurata. Non vediamo l’ora che Cosimo I torni a splendere della sua bellezza originaria e con lui le altre statue della piazza”.
L’ultimo smontaggio della statua equestre di Cosimo I risale alla seconda guerra mondiale quando l’opera fu spostata per proteggerla dai bombardamenti mentre l’ultimo restauro esterno è degli anni Novanta. Adesso sarà possibile eseguire le operazioni di restauro anche all’interno del cavallo, che ha una cavità sotto la sella, così da trattare con sostanze protettive specifiche anche le pareti interne oltre all’esterno, fermare le ossidazioni e proteggere dalle corrosioni.
Negli scorsi mesi sono state anche effettuate indagini non invasive con tecnologia a raggi X per monitorare soprattutto lo stato di conservazione delle strutture metalliche presenti all’interno delle zampe del cavallo su cui si appoggia il monumento. Dalle analisi è emersa la solidità e la stabilità delle strutture.