Arrestati per furto aggravato due albanesi all’Isolotto. Oltre ad alimentare il mercato illegale dei pezzi di ricambio, sarebbero molto ricercati perché contengono metalli preziosi anche se in n quantità minime
Ormai si ruba proprio di tutto. Dallo scooter alla macchina, all’Iphone e al tablet, magari passando anche da una bicicletta che in fondo da qualche parte ti porta sempre. Ma quello che è accaduto all’Isolotto travalica ogni tipo di immaginazione. Già perché grazie alla tempestiva telefonata di un residente nella zona dove si stava consumando il furto, la Polizia ha arrestato due albanesi di 24 anni per furto aggravato in concorso.
Di cosa si stavano appropriando? Semplice, di un catalizzatore montato su una utilitaria parcheggiata. Il forte rumore provocato dai due in strada intorno alle 22.30 ha fatto affacciare alla finestra il cittadino. Secondo una prima ricostruzione nel parcheggio di fronte al suo stabile, due uomini erano alle prese con una Honda Jazz: mentre uno faceva verosimilmente da “palo” l’altro era sdraiato sotto la vettura e si stava dando da fare con un seghetto elettrico. Il residente ha urlato ai due di fermarsi e questi, dopo aver un po’ tergiversato si sarebbero allontanati velocemente a bordo di una piccola Panda bianca poi risultata a noleggio. Descrizioni alla mano del duo e della vettura, la Sala Operativa della Questura di Firenze si è messa subito a lavoro seguendo la loro fuga sui monitor del sistema di videosorveglianza cittadina e in pochi istanti i fuggitivi si sono ritrovati intrappolati nella rete delle volanti, all’angolo tra via Torcicoda e via dell’Argingrosso.
Oltre ad un catalizzatore – letteralmente segato via dall’Honda Jazz – gli agenti hanno rinvenuto nelle loro disponibilità tutta una serie di strumenti, con molta probabilità, utilizzati per mettere a segno il colpo: un seghetto elettrico “flex”, alcuni seghetti da ferro, chiavi inglesi, un crick professionale ed infine un avvitatore a cricchetto. Dal telefonino di uno degli indagati sono saltate fuori alcune foto di catalizzatori e delle quotazioni del “Rodio”, uno degli elementi impiegati proprio nella costruzione di questi apparecchi.
Proprio l’interesse per il Rodio, secondo una ipotesi investigativa, potrebbe aver dato impulso a questa particolare e settoriale tipologia di furto. Oltre ad alimentare possibili mercati illegali dei pezzi di ricambio, i catalizzatori rubati dalle vetture oggigiorno sembrerebbero anche molto ricercati perché al loro interno contengono, seppur in modestissime quantità, metalli preziosi. Il Rodio, ad esempio ha una quotazione media intorno ai 500 euro al grammo: un valore circa 10 volte superiore a quello dell’oro.