Il celebre fotoreporter premiato a Palazzo del Pegaso in una sala del Gonfalone affollatissima
I suoi scatti sono diventati un immediato segno di riconoscimento e sono stati pubblicati sui più importanti quotidiani e settimanali del mondo: un modo estremamente personale di interpretare la professione secondo quei canoni ormai sempre più lontani secondo i quali una foto originale spesso racconta di più e meglio dell’articolo che accompagna.
Dai primi scoop a metà degli anni ‘80 con Licio Gelli ripreso a Ginevra mentre viene portato in carcere all’attentato al Rapido 904 nella galleria di San Benedetto Val di Sambro che gli valse la prima copertina internazionale sul settimanale tedesco Stern. Fino all’immagine del primo clamoroso bikini di Lady D che lo consacrò definitivamente nell’olimpo dei fotoreporter e agli altri clamorosi servizi legati a tragici eventi di cronaca come l’incendio della Moby Prince, gli attentati a Falcone e Borsellino, il naufragio della Costa Concordia al Giglio solo per citarne alcuni.
Massimo Sestini è il “comunicatore Toscano 2019”. Il riconoscimento gli è stato consegnato nel corso di una cerimonia svoltasi in una affollatissima Sala del Gonfalone a Palazzo del Pegaso dal presidente del Comitato regionale per le comunicazioni Enzo Brogi presenti fra gli altri il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, il sindaco di Firenze Dario Nardella, il direttore del Corriere Fiorentino Paolo Ermini, il club manager della Fiorentina Giancarlo Antognoni e la fotografa Laura Lezza. Subito dopo è stata inaugurata la mostra “Istanti dal cielo”, nella quale sono state raccolte alcune foto celeberrime di Sestini, che resterà aperta al pubblico fino al 20 dicembre prossimo (da lunedì a venerdì 10-12 e 15-19, sabato 10-12).
“Massimo – ha detto Brogi, che ha annunciato l’impegno da parte del Corecom a far sì che come avviene per gli articoli anche nelle foto sia sempre riconoscibile l’autore – ha fotografato Firenze, la Toscana, la Fiorentina e si è inserito nell’attualità del mondo dall’alto, con uno sguardo tanto potente quanto limpido: sua è la foto del barcone con 227 migranti salvati nel 2014 dalla Marina italiana al largo delle coste della Libia, vincitrice del secondo premio nella sezione General News all’edizione 2015 del World Press Photo, il più prestigioso riconoscimento nel settore del fotogiornalismo”.
Una visione tutta particolare quella del fotoreporter fiorentino che negli ultimi anni ha raccontato le sue storie rivolgendo l’obiettivo perpendicolarmente al soggetto e ottenendo in questo modi risultati straordinari e inimmaginabili che gli hanno valso l’appellativo di “drone con l’anima”.
“L’immagine per me – ha detto Sestini visibilmente emozionato – è stata il mezzo di comunicazione più efficace in assoluto perché a dispetto dei video o degli articoli che vanno letti, la fotografia parla da sola in tutte le lingue del mondo e può essere interpretata in tutte le parti del pianeta senza essere spiegata. Eraclito diceva ‘se cerchi la verità preparati a ciò che non ti aspetti’. Ed è questa la cosa fondamentale che ho imparato in questo mestiere. Un mestiere che amo profondamente e che non smetterò mai di fare. Sono convinto che anche nell’epoca che io definisco dell’ ‘homo fotograficus’, in cui tutti fotografano e tutto può essere fotografato, il valore dell’immagine, quando c’è, possa ancora far vendere e lasciare una traccia”.