Da oggi e fino al 30 luglio sarà possibile ammirare il capolavoro dell’Urbinate nella cattedrale della cittadina nel quadro del progetto degli Uffizi Diffusi
Uffizi diffusi, la Madonna del Baldacchino, grande pala d’altare realizzata da Raffaello alla fine del suo periodo fiorentino e ordinariamente esposta nella Galleria Palatina in Palazzo Pitti, da Firenze è tornata a Pescia, nella chiesa che l’aveva accolta per oltre un secolo e mezzo tra Cinquecento e Seicento.
Dal 7 maggio al 30 luglio l’opera è in mostra nella Cattedrale della città toscana, posta a confronto con la copia commissionata al pittore fiorentino Pier Dandini, alla fine del XVII secolo, proprio per sostituirla al momento del suo ritorno a Firenze. Dopo oltre trecentoventi anni, dunque, la Madonna del Baldacchino si riaffaccia per la prima volta a Pescia. L’evento, di portata storica, è il risultato di un progetto speciale messo in atto nell’ambito del programma degli Uffizi Diffusi; a sostenere l’ambiziosa operazione è la Fondazione Caript. “Portare la Madonna del Baldacchino di Raffaello a Pescia è un’operazione di peso eccezionale – dice il direttore delle Gallerie Uffizi Eike Schmidt -, che non solo vuole ricordare l’arredo originale del Duomo ma per giunta mette in risalto anche la figura di un pesciatino importante quale fu Baldassarre Turini”.
Realizzata da Raffaello tra il 1506 e il 1508 su commissione della famiglia Dei, la grande pala era stata concepita per la Chiesa di Santo Spirito a Firenze, dove però non andò mai. Ne venne in possesso, non molti anni dopo, il suo amico ed esecutore testamentario Baldassarre Turini (1481-1543), alto prelato della Santa Sede nel primo Cinquecento nonché esponente di spicco della comunità pesciatina. Arrivato nella città della Valdinievole, il dipinto fu posto in Duomo, sull’altare della cappella-mausoleo dei Turini che lo stesso Baldassarre aveva fatto erigere tra gli anni ’30 e ’40 del XVI secolo anche per accogliere degnamente la pala dell’Urbinate. La Madonna del Baldacchino vi rimase per un secolo e mezzo, fino al 1697: in quell’anno fu acquistata dal Gran Principe Ferdinando de’ Medici, che la riportò a Firenze nella reggia di Palazzo Pitti, sua attuale sede, dove è esposta tra i capolavori della Galleria Palatina. Nel Duomo di Pescia fu collocata la copia dipinta da Pier Dandini.
“La possibilità di contemplare il capolavoro di Raffaello nella sua collocazione originale – aggiunge il vescovo di Pescia monsignor Roberto Filippini -, accanto alla raffinata copia settecentesca del Dandini sarà occasione per molti di ripercorrere un arco di storia dell’arte fra i più suggestivi e fecondi e di poterlo situare in una avventura architettonica religiosa di straordinario interesse quale la Cattedrale di Pescia, nel suo divenire, dalla Pieve Romanica agli adeguamenti delle diverse epoche, fino ad oggi”.
La mostra sarà visitabile a partire da oggi, tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00. Per motivi di sicurezza, l’ingresso alla Cappella Turini sarà consentito ad un massimo di 20 persone ogni 20 minuti. La prenotazione è quindi consigliata e può essere effettuata accedendo al sito www.madonnadelbaldacchino.it. Il costo del biglietto è di 12 euro; gratuito per i bambini fino a 13 anni; ridotto di 9 euro per gruppi composti da almeno 15 persone, ragazzi dai 14 ai 25 anni, residenti nei comuni della Diocesi di Pescia, possessori di un biglietto di ingresso dei musei aderenti al Sistema Museale Pistoiese. A partire dall’11 maggio, con il biglietto d’ingresso, sarà possibile visitare anche il Museo Civico di Palazzo Galeotti, la Gipsoteca Libero Andreotti e la chiesa di Sant’Antonio Abate. (Info: info@madonnadelbaldacchino.it).