Nardella si appella al senso di responsabilità e chiede ai residenti di “non guardare solo ai loro legittimi bisogni” in questa fase di riapertura. Con buona pace per schiamazzi, urli, imprecazioni e pisciate sui muri di case e portoni
Vai a dirlo ai residenti in Santo Spirito o a Sant’Ambrogio “di non pensare solo ai vostri bisogni” ma in qualche modo anche di venire incontro alle necessità degli esercenti di bar e ristoranti in questa delicata fase di riapertura dopo il lockdown da Coronavirus. Perché Covid o non Covid i problemi erano preesistenti e chi magari ha sborsato un bel po’ di quattrini per comprare un appartamento in via del Presto di San Martino o a due passi da Santa Croce non vede molto di buon occhio schiamazzi, urli, cori da stadio, imprecazioni, pisciate sui muri dei portoni e delle case, minacce a chi si affaccia dalle finestre per dire di smetterla.
E male ha fatto il sindaco Dario Nardella a sentire soltanto la parte dei commercianti, senza invece ascoltare chi in quelle strade, in quelle zone, ci abita. Domani pomeriggio in Santo Spirito ci sarà la manifestazione anti-movida indetta dai residenti dell’Oltrarno e in generale del Centro storico perché una situazione molto simile la si vive anche nei pressi del mercato di San Lorenzo divenuto la notte una specie di suk in balia di spacciatori, tossicodipendenti e ubriachi.
“Non aprite uno scontro sociale – si è appellato il primo cittadino fiorentino ieri a margine della conferenza stampa per il conferimento della laurea honiris causa al maestro Daniel Barenboim -, non buttate sale sulle ferite. Per questo chiedo di comprendere la situazione drammatica che stanno vivendo centinaia di aziende, parliamo di 30mila persone che vivono di bar e ristoranti: chiedo agli abitanti di non guardare solo ai loro legittimi bisogni e fare uno sforzo per guardare a quelli di tutta Firenze”.
Insomma, si può passare sopra al legittimo diritto di dormire sonni tranquilli dei residenti di quelle parti della città in nome di una sorta di senso di comunità (?), perché “bisogna dare una mano a queste due categorie” altrimenti “rischiamo di doverci sobbarcare il dramma di migliaia di disoccupati”. “La misura del suolo pubblico è temporanea – ha aggiunto Nardella – e non è colpa dei tavolini e delle sedie in strada se c’è la movida. Anzi la contiene perché c’è più ordine con le persone a sedere”. Tesi quantomeno discutibile ed è proprio quello che proveranno a fare gli organizzatori dell’incontro di domani pomeriggio: discutere perché, notano, “dopo il lockdown le persone soprattutto a Santo Spirito sono aumentate a dismisura: dire che la situazione è tragica è un eufemismo”.
A proposito, sul sagrato della Basilica Agostiniana la situazione di degrado se possibile è ancora peggiorata e a nulla sono servite le lettere inviate dal Priore, padre Giuseppe, alle autorità. Come per la movida, anche per il luogo sacro edificato da Filippo Brunelleschi sembra non si vogliano trovare soluzioni definitive.