La manifestazione degli artisti di strada a Palazzo Vecchio a cui chiedono la revisione del regolamento delle Arti e iniziative a supporto del loro stato di difficoltà
Artisti di strada, pittori e madonnari in piazza per ribadire la situazione di disagio che stanno attraversando in questo momento a causa della pandemia da Covid ma anche e soprattutto della mancanza di iniziative a supporto e sussidio da parte delle istituzioni. La manifestazione si è svolta sotto le finestre di Palazzo Vecchio a due passi dalla fontana del Biancone.
“Tra le tante categorie alle quali vengono riconosciute delle indennità – spiega Marco Ramazzotti pittore di strada da oltre 30 anni -, noi siamo ignorati anche se la mancanza di prospettive lavorative e reddituali delle nostre attività che allietano i percorsi turistici è drammaticamente evidente. Dobbiamo affrontare l’inverno senza nessuna possibilità. Tra di noi ci sono professionisti che sono dalla mattina alla sera nelle piazze ma c’è anche chi fa questo lavoro come ultima spiaggia non avendo altre possibilità”.
Gli artisti chiedono la revisione del nuovo Regolamento delle Arti di Strada che sarebbe dovuto andare in Consiglio ieri ma poi all’ultimo è stato ritirato. Un documento, presentato dall’assessore al commercio Federico Gianassi, secondo pittori e madonnari “ad personam”, che non teneva conto delle diverse proposte presentate durante il giro di colloqui avuti con l’amministrazione ma recepiva solo alcuni aspetti presentati da un ulteriore soggetto poi rivelatosi non in regola con i requisiti per avere la concessione di artista di strada perché aveva un’altra attività a tempo pieno e indeterminato.
Pittori, mimi e madonnari vogliono il mantenimento del divieto di partecipazione al bando per chi ha un altro lavoro perché sottolineano “sarebbe concorrenza sleale alla luce dell’emergenza pandemica”. Ma sono anche contrari al blocco di quattro anni del bando “che in questo modo impedirebbe l’ingresso di nuovo leve”. In più chiedono la modifica dei criteri di formazione delle graduatorie e il passaggio dall’assessorato al commercio a quello della cultura.
“Io – continua Ramazzotti – ho fatto questa scelta di vita proprio per non avere contatti con gallerie e mercanti d’arte. Volevo vivere le mie cose direttamente a contatto con la gente. Ora non lo posso fare perché la gente non c’è più, non c’è più quel contatto che riuscivano a creare. Speriamo anche a livello governativo si accorgano che esistiamo anche noi e arrivi un riconoscimento della nostra difficoltà”. Aggiunge Tommaso Brogini che ha disegnato per terra il David di Michelangelo. “Il Comune dovrebbe riconoscere che siamo un valore aggiunto per la città e che siamo parte di un contesto che va aiutato in qualche maniera”.