La presentazione del libro, organizzata da Sinistra Progetto Comune, si è tenuta questa mattina a Palazzo Vecchio. Bundu: “Realtà importante che lancia un messaggio universale che parla di pace e futuro”
Don Massimo Biancalani è uno dei primi sacerdoti che ha accolto l’appello di Papa Francesco ad “aprire le porte ai nostri fratelli migranti”, e l’ha fatto in modo radicale. La sua è una chiesa dalle porte spalancate, una comunità dove tanti migranti trovano ricovero, sostegno e assistenza.
La sua esperienza adesso è diventata un libro intitolato Disobbedisco e accolgo (Edizioni San Paolo) che è stato presentato questa mattina a Palazzo Vecchio dai consiglieri Antonella Bundu e Dmtrij Palagi di sinistra Progetto Comune.
“Ho voluto raccontare questa esperienza – spiega don Biancalani – che è anche la mia esperienza di chiesa e ha anche una forte valenza sociale perché la particolarità di Vicofaro è che è una comunità che a un certo punto, rispondendo all’appello del Papa apre quelle porte – anzi le spalanca h24 – e finisce per diventare un luogo dove tutti questi ragazzi, spesso ragazzini, africani che arrivano nel nostro Paese in cerca di lavoro trovano in Vicofaro un punto di ristoro, un luogo dove poter non solo dormire ma anche avere quei servizi fondamentali sul piano sanitario e scolastico: non a caso il titolo del libro si rifà all’insegnamento di don Milani”.
All’incontro hanno partecipato il presidente del Consiglio Comunale Luca Milani, Massimo Torelli di Firenze Città Aperta e la famiglia di Lorenzo Orsetti. “La politica che usa i ruoli istituzionali per seminare disinformazione e odio, al fine di raccogliere facile consenso elettorale, dovrebbe vergognarsi – hanno aggiunto Bundu e Palagi -. L’accoglienza e la solidarietà di Vicofaro sono un esempio. Una realtà importante che lancia un messaggio universale, che parla di pace e futuro. Sinistra Progetto Comune ha già ottenuto la richiesta del Comune di Firenze di cancellare i cosiddetti decreti sicurezza. Il nostro impegno prosegue con l’esempio di Vicofaro nel cuore e nella mente. Ringraziamo anche Ibrahim, qui oggi fra noi, per averci portato la sua preziosa testimonianza di vita e di umanità come ospite della realtà di Vicofaro”.