La deputata Pd ha presentato una proposta di legge per l’adeguamento degli impianti sportivi. E Nardella, fin qui battutosi per la realizzazione del nuovo stadio alla Mercafir, adesso apre al restyling
Per il Franchi il nuovo progetto dovrà mantenere parti del precedente stadio, in grado di assicurarne la memoria e la tradizione architettonica salvaguardando totalmente la parte architettonicamente più pregiata e identitaria. Intorno a questa si potranno realizzare le gradinate e la struttura portante di un’opera moderna, oltre agli ambienti di natura più prettamente commerciale di accoglienza del pubblico necessarie per una fruizione completa ed economicamente sostenibile di uno stadio moderno.
Parole della deputata Pd Rosa Maria Di Giorgi che ha da poco presentato in Parlamento una proposta di legge riaprendo così fattivamente la possibilità di un restyling del vecchio Comunale, più volte invocata in questi ultimi mesi da intellettuali, tifosi, giornalisti e anche dal Comitato Vogliamo il Franchi intervento a più riprese nelle querelle, al posto della realizzazione di un nuovo impianto nell’area sud della Mercafir sulla quale invece aveva pesantemente insistito il sindaco Dario Nardella ottenendo come unico risultato la fuga della Fiorentina dalla gara pubblica per l’acquisto della superficie a causa dell’importo giudicato troppo alto dal patron Viola Rocco Commisso: 22 milioni di euro tasse escluse. Di Giorgi spiega che la sua proposta potrebbe rendere il restauro del Franchi “possibile entro brevissimo tempo, dando così la possibilità di iniziare i lavori in un momento in cui la città è alle prese con la gravissima crisi economica ed occupazionale generata dall’epidemia di Coronavirus”.
In sostanza per lo stadio fiorentino si tratta di una normativa di carattere generale che salvaguardia l’ordinamento posto a tutela dei beni storici ed architettonici e riguarda esclusivamente gli stadi: “strutture cioè – sottolinea Di Giorgi – che se non aggiornate nella loro funzione, rischiano di decadere e diventare dei luoghi di degrado come sta accadendo ad esempio allo stadio Flaminio di Roma. Ricordo che la legge dà la possibilità di ristrutturare gli stadi comunali, anche se tutelati come beni di interesse storico artistico o riconosciuti come monumenti nazionali”.
Nardella qualche giorno fa alla Gazzetta ha detto che “servono defiscalizzazioni e riduzione delle tasse sul patrimonio se l’imprenditore volesse acquistare l’impianto. Bisogna semplificare e diminuire i vincoli della Soprintendenza”. Affermazioni che vanno in direzione della proposta Di Giorgi ma sono anche una mezza giravolta o, se vogliamo, una giravolta completa rispetto alla famosa conferenza stampa del 23 dicembre scorso sul futuro dello stadio quando il sindaco di Firenze escluse la possibilità di vendita del Franchi al privato perché “bene vincolato” ricevendone però dal soprintendente Andrea Pessina una clamorosa smentita (https://www.lamartinelladifirenze.it/2019/12/23/pessina-smentisce-nardella-possibile-vendere-il-franchi/).
“Le parole del sindaco sulla ristrutturazione del Franchi – aggiunge Di Giorgi – sono un fatto molto positivo e vanno incontro ad un sentimento diffuso che si sta facendo sempre più strada sia nella città che nella società di Rocco Commisso”. Resta da capire adesso come e, soprattutto, quando ci si muoverà sperando che stavolta sia in una direzione definitiva.