Saccardi: “Rafforzare l’assistenza al proprio domicilio e creare un progetto di vita indipendente”. Negli ultimi tre anni l’Ente ha impegnato nel sostegno quasi 50 milioni
Creare, con il sostegno delle istituzioni, un proprio progetto di vita indipendente anche se si è affetti da disabilità gravissima. E’ l’obiettivo degli ulteriori 12,5 milioni di euro che arriveranno in autunno alle Asl e alle Società della Salute toscane dalla Regione e porteranno l’impegno dell’Ente dai 36 milioni di euro negli ultimi tre anni ai quasi 50 attuali.
Spetterà ai due soggetti, attraverso le Unità di Valutazione Multidisciplinari per la Disabilità, stabilire le condizioni di disabilità gravissima (compresa la Sla) secondo i parametri stabiliti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, e predisporre il progetto di vita che prevede l’erogazione di un contributo da 700 a 1.000 euro per attivare un contratto con un assistente personale e sostenere dunque la permanenza al proprio domicilio della persona interessata.
Dovrà naturalmente essere il cittadino con disabilità a rivolgersi ai servizi per richiedere la valutazione delle sue condizioni di bisogno. “Il fine – spiega l’assessore alla salute Stefania Saccardi – è di evitare l’istituzionalizzazione e rafforzare l’assistenza di queste persone presso il proprio domicilio, nell’ottica di un miglioramento della qualità della vita. Se supportate adeguatamente, stanno sicuramente meglio a casa propria che in un istituto”.
Le risorse sono quelle del Fondo per le non autosufficienze assegnato annualmente alle Regioni dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. La Toscana ha scelto di dedicarle interamente al rafforzamento dell’assistenza domiciliare. Nel primo semestre 2019 sono quasi 1.400 i beneficiari di questo contributo: un dato in costante crescita, che registra un incremento di 200 persone rispetto a dicembre 2018. Per avere un quadro più chiaro dell’impegno regionale sui percorsi di sostegno alla domiciliarità, a questa tipologia di contributi occorre aggiungere gli interventi a favore delle persone con Sla e le risorse regionali messe in campo per favorire la vita indipendente.
Nel primo caso si tratta di circa 250 soggetti che ricevono un contributo di 1.650 euro mensili per sostenere le spese di un “caregiver” familiare che consente la permanenza al proprio domicilio nei casi in cui questa può essere assicurata senza compromettere la sicurezza del paziente. Sul medesimo Fondo nazionale per le non autosufficienze poi ogni anno la giunta regionale destina circa 3,5 milioni di euro per le persone con Sla.
Nel secondo caso si tratta di 9 milioni di euro annualmente destinati a più di 800 persone con disabilità grave (da 800 a 1.800 euro mensili) le quali propongono ai servizi territoriali un proprio progetto di vita indipendente per la realizzazione di percorsi scolastici, lavorativi, di sostegno alla genitorialità o per il tempo libero, lo sport e l’inclusione sociale.