“Ma noi quando si dorme” presenta un esposto in Procura: “Segnalazioni inutili, alcolici venduti e consumati anche dopo le 18”. E gli abitanti di via del Presto di San Martino tornano con forza a chiedere la cancellata per proteggere la Basilica
Inutile segnalare assembramenti nelle zone della malamovida, tanto poi alla fine restano senza seguito. E così il comitato “Ma noi quando si dorme” che riunisce la zona compresa fra Piazza dei Ciompi, Via Pietrapiana, Piazza Sant’Ambrogio, Borgo la Croce, Piazza Ghiberti, Largo Annigoni ed, in Oltrarno, estendendosi fino in Piazza Santo Spirito è passato direttamente ai fatti inviando un esposto alla Procura fiorentina. Questi assembramenti – scrivono Giuliano Leoni e Franca Falletti – erano già stati segnalati alle autorità interessate, i cui provvedimenti, quando ci sono stati, si sono rivelati inutili perché non fatti applicare con rigore, come dimostra il continuo aumento dell’indicatore R(t), vicino ormai alla ‘fascia rossa’”.
I residenti però se la prendono anche con alcuni esercenti dei locali in zona che restano aperti anche dopo le 18 continuando a vendere cocktail. E stigmatizzano anche il comportamento delle forze dell’ordine che, secondo loro, “si limitano alla presenza in queste aree” perché “sembra che non abbiano disposizione di sanzionare chi consuma cibo e bevande in strada dopo le 18”. In più, dicono ancora, “alcuni gestori avrebbero fatto richiesta poi ottenuto di cambiare il loro codice ATECO pochi giorni dopo il 14 gennaio -data del DPCM – da quello dei bar a quello dei ristoranti, per poter restare aperti dopo le ore 18 e continuare a somministrare, con la scusa della vendita per asporto, ben sapendo e vedendo che le persone consumano quanto acquistato in loco. Addirittura usano i loro bei bicchieri in vetro. Un comportamento da condannare”. Nell’esposto i residenti chiedono anche di accertare eventuali responsabilità per il mancato rispetto delle disposizioni contenute nel Dpcm.
Da Sant’Ambrogio a Santo Spirito il passo è fin troppo breve. La piazza ieri ha vissuto l’ennesimo pomeriggio alcolico con contorno di spaccio e uso di sostanze stupefacenti alla luce del sole. Anche in questa circostanza le foto documentano meglio di ogni parola quale sia la situazione ormai quotidiana di una delle piazza più affascinanti della città. Ma documentano anche la assenza totale di steward, volontari o, meglio, agenti di polizia per impedire assembramenti pericolosi.
I residenti, stanchi ormai di questa situazione, tornano a gridare la loro rabbia chiedendo a gran voce l’installazione di una cancellata sul sagrato, sull’abside laterale lato via del Presto di San martino e sulle scalinate per proteggere la Basilica ormai ridotta all’esterno a un vero e proprio orinatoio a cielo aperto. “Per non compromettersi – dicono -, in molti la sera stanno rinunciando a partecipare alle funzioni della Quaresima a causa degli occupanti alterati del sagrato, con cui ci sono sempre discussioni. Sagrato e scalinate sono la prosecuzione della Chiesa, non sono piazza. Altro è la piazza. La Basilica è fragile e va protetta: le facciate, il suo sagrato, le scalinate e l’abside vanno delimitate con una cancellata”.