Da domani e fino al 13 novembre l’originalissima mostra dell’artista lastrigiano sarà visitabile in Sala d’Arme a Palazzo Vecchio
Da Margherita Hack a Caterina de’ Medici, da Oriana Fallaci alla Venere del Botticelli. Le donne fiorentine e le icone cittadine più famose al mondo sono le protagoniste dei ritratti di Giovanni Maranghi, in mostra in Sala d’Arme a Palazzo Vecchio da domani, 15 ottobre, fino a domenica 13 novembre (dalle 10 alle 18, ingresso libero). L’esposizione, dal titolo “Il Rosa Fiorentino”, è stata presentata alla presenza dell’artista, del sindaco Dario Nardella e del curatore Luca Beatrice. “Una mostra opportuna che ci interroga sui generi, sulle relazioni umane, sulla bellezza – ha detto il primi cittadino fiorentino – e che vede protagonista un affermato artista del nostro territorio”.
In questa mostra Maranghi reinterpreta alcune grandi icone femminili del capoluogo toscano: da Plautilla Nelli a Margherita Hack, da Caterina de’ Medici a Oriana Fallaci, da Clara Calamai fino alla Venere del Botticelli. In esposizione non ci sono ritratti eseguiti in senso canonico ma opere che attraverso studiati elementi rimandano alla storia e alla natura del soggetto. A tutte le protagoniste sono dedicate almeno due interpretazioni, come nel caso di Anna Maria Luisa de’ Medici, che viene ritratta in doppia veste: in una composta e nobiliare, nell’altra ammiccante e borghese. Oriana Fallaci viene ritratta in un’opera dove un rosso cremisi ha la predominanza, quasi un segnale di emergenza e nella seconda interpretazione compare la scritta “GO”, un esplicito invito e uno stimolo a migliorare il nostro quotidiano. Ogni soggetto è costruito attraverso una serie di segni lineari e trame ornamentali, architetture cromatiche e veloci annotazioni in cui si condensa tutto il carattere sperimentale della sua ricerca artistica.
Alla base del lavoro vi è un accurato e importante segno grafico che negli anni si è evoluto, si è sintetizzato ed è divenuto scarno ed essenziale. Un tratto che porta con sé tutto lo studio e la consapevolezza pittorica che l’artista ha immagazzinato nel tempo. Tecnicamente la pittura di Maranghi è connotata da una propensione a mescolare diversi elementi, da una straordinaria peculiarità e da una forte curiosità verso materiali e competenze che non sono propriamente tradizionali. Ad eccezione dell’encausto, molti sono i materiali industriali utilizzati per ottenere una differente resa tattile e luministica. Maranghi infatti usa fibre sintetiche come la resina, il plexiglass, il PVC, il Kristal ma troviamo anche un uso di collage e stampe serigrafiche che conferiscono ai suoi dipinti un complesso dinamismo.
La donna, da sempre protagonista all’interno della sua ricerca pittorica, viene qui idealizzata da Maranghi e resa in maniera eterea attraverso tratti essenziali ed elementari. Questa volta l’artista si cimenta con figure realmente esistite che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia fiorentina, esaltando la donna come archetipo: il tempo passa, le situazioni cambiano, ma la bellezza e la sensualità dell’essere femminile rimangono in eterno. Figure appena tratteggiate appaiono come sogni disegnati. La donna è figlia, è madre, è amante, è regnante potente e illuminata. Maranghi le indaga attraverso le tracce che hanno lasciato nella storia, non dimenticando l’importanza di restituirci una visione contemporanea del loro essere. La mostra è promossa dal C.R.A. “Centro Raccolta Arte” con la collaborazione di Casa d’Arte San Lorenzo e Kunstgalerie Bech, col patrocinio del Comune di Firenze e della Regione Toscana (www.arte-sanlorenzo.it, www.kunstgalerie-bech.de).