La stima è di Confartigianato che chiede subito uno stop del provvedimento: “Salasso di cui i piccoli imprenditori non sentivano il bisogno”
Costerà circa 25 milioni di euro alle piccole partite Iva di Firenze e provincia dotarsi del registratore di cassa elettronico. La stima è di Confartigianato Imprese Firenze che chiede uno stop immediato del provvedimento dal quale all’inizio dovevano rimanere escluse le cosiddette partite Iva agevolate, quelle per intenderci che rientrano nei regimi forfettario e dei minimi. Insomma decisamente un brutto regalo di inizio anno.
“Su circa 130mila imprese iscritte alla Camera di Commercio, il 45% rientra in regimi fiscali agevolati – spiega il segretario generale Jacopo Ferretti -. Una metà di queste lavora a diretto contatto con il pubblico e quindi ricade nell’obbligo di emettere lo scontrino fiscale. Se consideriamo che il prezzo medio di un registratore di cassa elettronico è compreso fra 800 e 1.000 euro, in totale fa un salasso di oltre 25 milioni di euro di investimenti da fare per rispettare una norma che, invece, nell’impostazione iniziale avrebbe dovuto escludere le partite Iva agevolate. E’ stata una brutta sorpresa, arrivata il 31 dicembre scorso, che obbliga le aziende a mettersi in regola dal primo gennaio, cioè da tre giorni fa. E’ prevista una moratoria fino a luglio, ma l’obbligo c’è e secondo noi va rivisto”.
L’obbligo dell’emissione dello scontrino elettronico – che attraverso appositi registratori di cassa consentirà di dialogare direttamente con l’Agenzia delle Entrate in via telematica – era stato introdotto con la legge di Bilancio 2018 insieme alla fatturazione elettronica. La legge aveva però escluso alcune categorie di imprese, tra le quali tutte quelle che beneficiano di regimi fiscali agevolati. Il vincolo dello scontrino fiscale elettronico è diventato obbligatorio dallo scorso luglio per le aziende con fatturato superiore ai 400 mila euro annui, per tutte le altre è scattato il primo gennaio 2020. Una sorpresa dunque molto amara.
“C’è un contributo dello Stato di 250 euro in forma di credito di imposta per le aziende chiamate a comprare i nuovi registratori di cassa – prosegue Ferretti -. Ma si tratta di una partecipazione molto esigua, tanto che la Camera di commercio di Firenze aveva previsto un contributo ulteriore pari al 50% della spesa sostenuta. Il bando della Camera di commercio, però, comprende investimenti effettuati fino al 31 dicembre, perché quello era il termine indicato per mettersi in regola: cosa che evidentemente non ha potuto fare chi, legittimamente, era convinto di essere escluso dall’obbligo. Introdurre l’obbligo di scontrino fiscale per chi beneficia di regimi agevolati è un controsenso logico e soprattutto è un nuovo salasso di inizio anno del quale i piccoli imprenditori non sentivano certo il bisogno”.