Durissime le critiche di Sinistra Progetto Comune: “A forza di governare con le destre, si finisce per diventare di destra”
A forza di governare con le destre, si diventa di destra”. Non è difficile immaginare un consiglio comunale incandescente nella riunione in programma lunedì 13 alle 9.30 con prosecuzione alle 14. All’ordine del giorno fra i vari punti ci saranno anche due delibere su un tema che in questo momento sta scatenando un’ondata di reazioni negative in città: l’approvazione della variante al regolamento urbanistico e del conseguente progetto unitario convenzionato per l’ex Caserma Vittorio Veneto destinata a diventare un resort.
Questione spinosa riesplosa fuori con tutto il suo fragore qualche sera fa durante il Consiglio del Quartiere 1, aperto alla cittadinanza, convocato in sala Vanni, a cui hanno partecipato rappresentanti dei comitati e delle associazioni del territorio, centri sociali, residenti tra San Niccolò e Borgo San Frediano, esponenti della sinistra. Tutti uniti nel ribadire il proprio “No” all’ennesimo hotel di lusso che verrà realizzato in città. “Lunedì sarà interessante ascoltare il Pd difendere l’operazione di Costa San Giorgio – spiegano i consiglieri di Sinistra Progetto comune Dmitrij Palagi e Antonella Bundu con i consiglieri di Sinistra progetto comune al quartiere 1 Francesco Torrigiani e Giorgio Ridolfi – se la maggioranza, che si dice “progressista”, non percepisce lo scandalo di vedere un pezzo di città diventare esclusivo ed escludente, a favore di una minoranza assoluta della popolazione mondiale, sempre più ricca, non sappiamo davvero cosa farci”.
L’ex scuola di Sanità Militare è abbandonata da 20 anni. E’ stata acquistata dal gruppo facente riferimento agli imprenditori argentini Lowenstein. Ma il problema è anche squisitamente politico perché nella difesa di Palazzo Vecchio l’assessore all’Urbanistica Cecilia Del Re ha tirato in ballo l’ex sindaco Leonardo Domenici e l’allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio Bosi sostenendo che furono loro a firmare un protocollo d’intesa per la dismissione delle caserme tra cui appunto anche la Vittorio Veneto. Il comune poi chiese di poter conservare la destinazione pubblica dell’immobile attraverso la realizzazione di una biblioteca e di alcuni archivi, ma l’allora governo Berlusconi si oppose spianando di fatto la vendita alla Cassa Depositi e Prestiti e successivamente al gruppo Lowenstein. Una ricostruzione che non solo Domenici ma anche Giuseppe Matulli, Tea Albini e Gianni Biagi, tutti in Giunta nel 2002, hanno ferocemente contestato affermando che “sono state dette falsità” e che “si poteva fare meglio e ancora si può fare”.
“Si sono levate tantissime voci – concludono gli esponenti di minoranza – e tutte critiche verso la visione e l’idea di città che ha la Giunta, e sul ruolo che il privato possa avere nelle trasformazioni urbanistiche della città. Il tormentone è sempre lo stesso: l’ex caserna è stata venduta nel 2002, è colpa delle giunte precedenti (ma l’attuale Sindaco era in Palazzo Vecchio anche allora), del Demanio, della Sovrintendenza, era l’Ateneo che doveva acquistarlo, è l’Europa che ce lo ha chiesto…e la solita retorica che “stiamo eliminando i buchi neri che ci sono in città”. Ma chi li ha creati quei buchi neri, le giunte precedenti? E perché a problemi pubblici si ritiene accettabile che si trovino risposte private? Le argomentazioni della Giunta non convincono: possibile che tra una caserma militare preclusa, un buco nero e un resort di lusso esclusivo non ci siano alternative?”.