Palazzo Vecchio pensa a una soluzione come Santa Maria del Fiore, partendo però dal primo gradino in alto e lasciando liberi gli altri. E gli abitanti insorgono: “Ipocrita lasciare la scalinata-mangiatoia a uso e consumo di avventori e commercianti”
La cancellata no, il cordone magari sorretto da pali in ottone sì. Come se bastasse a tenere lontano chi del sagrato e delle scalinate ne ha fatto ormai un luogo di continuo degrado. A questo pensa Palazzo Vecchio per risolvere definitivamente il problema degli assembramenti alcolici con spaccio che ormai senza soluzione di continuità continuano a ripetersi in piazza Santo Spirito: incuranti di tutto, Covid naturalmente compreso. Oltre alla cordonatura ci sarebbero pietre anti parcheggio, più illuminazione, una maggiore videosorveglianza e telecamere sofisticate che grazie a un particolare software sarebbero in grado di segnalare tempestivamente assembramenti non previsti e individuare particolari di soggetti ritenuti potenzialmente pericolosi.
L’idea è venuta fuori durante il sopralluogo di ieri pomeriggio della vicesindaco Alessia Bettini con il coordinamento dei residenti che da quasi due anni si batte con forza per la vivibilità della piazza e delle strade vicine: in particolare via Coverelli e via Del Presto di San Martino ridotte ormai a un orinatoio continuo come più volte documentato anche da queste pagine. Palazzo Vecchio dunque starebbe pensando a un cordone come quello utilizzato per interdire lo spazio antistante la cattedrale di Santa Maria del Fiore: partendo però dal primo gradino superiore e lasciando la possibilità di sedersi sugli altri, a differenza invece del Duomo dove la protezione invece comincia a livello della strada. Quanto a via del Presto di San martino la soluzione sarebbe di eliminare quei cinque parcheggi sull’angolo dell’abside esterno mediante ceppi di pietra per togliere così la possibilità di utilizzare quel luogo per espletare i propri bisogni corporali (uomini o donne ormai purtroppo non fa più nemmeno differenza) dopo le laute bevute. Il progetto avrebbe un costo di 90mila euro e dopo l’okay da parte della Soprintendenza potrebbe partire fin da subito.
Ma la soluzione non convince per nulla i residenti che ribadiscono con estrema forza la necessità di dotare la Basilica di una cancellata leggera lungo tutto il perimetro della scalinata, sotto il primo gradino della scalinata e sotto l’abside “a tutela e salvaguardia della Basilica dall’uso non consono al valore morale, religioso, storico, culturale, architettonico che ne viene fatto”. Per questo hanno stilato un progetto semi esecutivo di recinzione alta mt. 1.80, aperta durante gli orari di apertura chiesa, senza che si possa bere, mangiare, bivaccare, suonare o fare schiamazzi, che regaleranno al Comune nella speranza lo faccia proprio e poi lo sottoponga alla Soprintendenza. “Crediamo – dice Camilla Speranza, portavoce del comitato dei residenti – sia una ipocrisia lasciare la scalinata ‘mangiatoia’ a uso e consumo degli avventori dei commercianti che vendono alcol mettendo il cordonato SOPRA al sagrato e NON sotto al primo gradino, come a Santa Maria del Fiore: sagrato e scalinata sono un tutt’uno e sono parte della Basilica, non sono piazza. Senza un presidio fisso e senza quei cinque posti auto, sostituiti da una misera catena con ceppi in pietra, non mettendo una cancellata già pattuita nell’incontro con il Vice Sindaco del 24 febbraio scorso si creerà poi un altro buco nero ricettacolo di droga alcol, festini e sconcezze, che già si perpetrano in modo indegno e dissacrante sul sagrato e sulle scalinate della Basilica ogni giorno, sera e in futuro notte e alba”.