Seconda volta in meno di una settimana che la maggioranza non riesce a garantire il numero dei consiglieri per la votazione. SPC e Lega: “C’è un problema evidente di rispetto dell’aula”. Pd: “No accettiamo lezioni di moralità”
Manca il numero legale in Consiglio, seduta sospesa e le opposizioni vanno sulle barricate. Era successo mercoledì scorso sulla guerra in Ucraina, è capitato nuovamente ieri questa volta sull’adesione al codice etico per la buona politica. Fra l’altro su documenti proposti dalla maggioranza. “Il Pd – spiegano Antonella Bundu e Dmitrij Palagi – ci aveva chiesto di aderire al codice, ma ha vinto la cattiva politica e la maggioranza non ha saputo garantire il minimo di 18 presenze per permettere agli atti di essere votati, come sulla guerra in Ucraina: hanno proposto di procedere, ma poi non erano in aula. Non accusino le opposizioni di ostruzionismo. C’è un evidente problema di rispetto dell’aula di chi è presente con un significativo premio di maggioranza. Dovremmo pensare che il Partito Democratico ha divisioni interne sul tema della legalità e della buona politica? O che non ritiene fondamentale e urgente esprimersi sull’invasione russa in Ucraina?”.
Censure arrivano anche da destra. “La maggioranza chiede di aderire al codice etico stilato dall’Associazione “Avviso Pubblico”. Codice – sottolinea il capogruppo della Lega Federico Bussolin – che prevede incongruenze con l’attuale condotta della maggioranza stessa, come la previsione di non far ricoprire più di un incarico istituzionale agli amministratori. Imbarazzato o meno e anche se privi di argomenti di replica alle nostre richieste di chiarimento, chi amministra la città ha il dovere di garantire il numero legale, specie quando si trattano atti collegati alla lotta alle mafie. Quella incassata dal PD stasera è una figuraccia”.
Ci prova Nicola Armentano a spiegare quanto successo in aula anche se la sua è più che altro una difesa d’ufficio e pure piuttosto blanda (un po’ come il gatto Silvestro del celebre cartone animato che tenta di aggrapparsi al vetro e inesorabilmente finisce per scivolare giù), perché è prassi comune che la maggioranza assicuri il numero legale e non vada a cercare voti e appoggio dalle minoranze che come è altrettanto prassi consolidata fanno il loro gioco. E in questa circostanza l’impressione è che si sia assistito all’ennesimo scontro fra le diverse anime del Partito Democratico. “Se le opposizioni avessero avuto a cuore i temi di legalità – spiega il capogruppo Pd – e invece che lasciare l’ aula polemicamente sarebbero potuti restare e andare avanti con la votazione. Evidentemente era troppo ghiotta l’occasione per far polemica con il Pd. Il numero legale non è prerogativa esclusiva della maggioranza che può come nel caso di oggi anche avere delle defezioni legate a situazioni individuali. Porteremo appena possibile di nuovo l’atto in questione in discussione in Consiglio comunale. Dispiace questa lezione di moralità assolutamente gratuita da parte di Lega e SPC al gruppo Pd che da sempre dimostra responsabilità, partecipazione, senso del dovere”.