I riconoscimenti a Calogero Laneri, Elisa Baccini, Federica Re, Flavia Carmen Di Pasqua, Giuseppe Iglieri e Virginia Sabatini. Giachi: “Tenere a mente la sua lezione sul valore del senso delle istituzioni”
I magnifici sei hanno i volti di Calogero Laneri, Elisa Baccini, Federica Re, Flavia Carmen Di Pasqua, Giuseppe Iglieri e Virginia Sabatini.
Sono i giovani ricercatori, autori di tesi di laurea e di dottorato sulla storia politica e culturale dell’Italia contemporanea, che si sono aggiudicati i riconoscimenti speciali messi a disposizione dal Presidente del Senato e dal Presidente della Camera dei Deputati nel quadro del premio ‘Spadolini-Nuova Antologia’.
Il premio, a carattere nazionale, quest’anno è giunto alla 23ª edizione e si richiama a quello fondato da Giovanni Spadolini in onore della madre Lionella: una edizione speciale per via della concomitanza con i 25 anni dalla scomparsa dello statista e storico italiano.
La cerimonia di consegna è avvenuta alla biblioteca della Fondazione Spadolini, al Pian dei Giullari, presenti il vicesindaco Cristina Giachi, il professor Cosimo Ceccuti (presidente della Fondazione), la direttrice generale delle biblioteche e istituti culturali del Mibac Paola Passarelli e due componenti della commissione giudicatrice: i docenti Sandro Rogari e Angelo Varni.
“Dell’eredità di Spadolini – ha detto Giachi nel suo saluto – dobbiamo tenere a mente, oggi in particolare, la sua profonda consapevolezza del valore del senso delle istituzioni”. Ha poi aggiunto: “É difficile diffondere il rispetto per la ricerca in una società che manca del senso delle istituzioni e dei doveri reciproci. Ma la ricerca, anche quella di base, è un bene primario e rientra nei compiti essenziali per la vita di ciascun componente della comunità. La cultura, infatti, è il principale strumento della crescita civile della comunità. É proprio questa consapevolezza che dobbiamo recuperare tanto nel cuore delle istituzioni, visti gli esempi non troppo edificanti che ci offrono quotidianamente i rappresentanti dei più alti organi dello stato, quanto tra i cittadini e le cittadine”.