Lo scrittore e raccontastorie fiorentino debutta dal 6 marzo, con Bunker Kiev, “azione drammatica” riservata a sole 30 persone alla volta, che verranno condotte nei sotterranei del teatro fino a uno spazio assimilabile ai bunker in cui gli ucraini si rifugiano dai missili russi. Il brano musicale finale è composto ed eseguito da Piero Pelù.
A un anno esatto dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia il 24 febbraio 2022, Stefano Massini prende la parola per farci attraversare l’esperienza di cosa significhi sopravvivere oggi, a Kiev, sotto le bombe. Lo scrittore e raccontastorie fiorentino, unico autore italiano nella storia ad aver vinto un Tony Award, il premio Oscar del teatro americano, ha sentito l’urgenza di un lavoro che sia innanzitutto un potente atto politico.
A partire dal 6 marzo, alle 18:45, debutta quindi a Firenze con Bunker Kiev, una “azione drammatica” rigorosamente riservata a sole 30 persone alla volta, che eccezionalmente verranno condotte nei sotterranei del Teatro della Pergola, fino a raggiungere uno spazio ristretto e semibuio, un luogo, grazie anche all’ambiente sonoro a cura di Andrea Baggio, assimilabile ai 4984 bunker di Kiev in cui gli ucraini si rifugiano dai missili russi. Il brano musicale finale è composto ed eseguito per l’occasione da Piero Pelù.
Dopo le prime performance, in un’ideale staffetta teatrale e testimoniale, Massini consegnerà il testo nelle mani di altri interpreti, anche della società civile, nell’ottica del Teatro della Toscana di assumere un fondamentale impegno sociale, innanzitutto verso le nuove generazioni. Essere motore della partecipazione critica agli eventi della società: è questa una delle funzioni più alte e importanti del Teatro, che diviene testimone della Storia. Bunker Kiev èun progetto speciale del Teatro della Toscana per sostenere gli ospedali pediatrici di Kiev e di Mariupol, il cui Teatro Drama è stato squarciato dai bombardamenti durante la prima grande battaglia della guerra in Ucraina, nonostante nel cortile fosse stata dipinta la scritta “bambini”.
Dalle testimonianze vere, riferite non solo negli articoli di giornale o nei video, ma anche nei messaggi social e blog di chi sta vivendo l’esperienza dei bunker, Massini ha tratto una drammaturgia potente e spietata, già richiesta da case editrici e teatri internazionali (Francia, Germania) per poterla pubblicare o rappresentare, un’opera paradigmatica e semplicissima, capace di far rivivere alle persone l’esperienza di simili rifugi, concentrati di umanità e di dolore. È un puzzle di esistenze rotte, incrinate, messe a rischio da una follia militare che costringe a rinunciare alla luce del sole, rifugiandosi sottoterra come animali in letargo.
E questo per la Pergola non è teatro, è storia. Dopo l’8 settembre 1943, con Firenze occupata dai nazisti, l’edificio teatrale non solo rimase aperto, ma alle sue naturali funzioni aggiunse anche quelle di rifugio antiaereo per gli abitanti del centro storico. Durante il passaggio del fronte a Firenze, il cosiddetto “periodo d’emergenza” dell’estate 1944, il Teatro era normalmente chiuso al pubblico, ma non ai suoi “abitanti”, a cui si aggiunsero anche alcune famiglie che vivevano nei pressi dei ponti distrutti dai tedeschi per rallentare il passaggio degli alleati. La guerra in Ucraina non è un fatto di cronaca, è una ferita aperta nel cuore dell’Europa. Ci riguarda da vicino: potevamo esserci noi, e potremmo esserci noi, un domani. Bunker Kiev ci conduce tra le macerie e le tenebre, dove riconoscere il coraggio e la paura, la sofferenza e la speranza. Là dove anche il silenzio dei pensieri è rotto dal rumore delle esplosioni.
Le foto contenute nel presente articolo sono di Filippo Manzini