Riparte la protesta dei Ristoratori Toscani in concomitanza con il ritorno della regione in fascia arancione. Naccari: “I nostri locali sono sicuri, il Governo ci faccia lavorare”
Con le tende sotto Montecitorio per difendere il proprio lavoro. I Ristoratori Toscani ripartono per Roma ancora più decisi a far sentire la propria voce alla luce anche del ritorno della Toscana in zona rancione. Il 22 febbraio il gruppo che rappresenta 40mila imprese in Italia manifesterà davanti al Parlamento per chiedere al premier Mario Draghi indennizzi per i mancati incassi dall’inizio dell’emergenza e il superamento del sistema semaforico che sta uccidendo l’economia italiana.
“Rimarremo a Roma a oltranza – spiega Pasquale Naccari, portavoce Tutele Nazionale Imprese e Ristoratori Toscana Pasquale Naccari -, porteremo con noi le tende e non ci muoveremo fino a quando non avremo garanzie, e non inutili promesse, sul nostro futuro. Stiamo organizzando autobus da tutte le province della Toscana. Il sistema a fasce va assolutamente abolito, il Governo deve metterci nelle condizioni di poter lavorare. I nostri locali sono luoghi sicuri e se sono aperti a pranzo possono esserlo anche a cena. Se qualcuno pensa il contrario ci porti le prove scientifiche. Vogliamo dati oggettivi, non chiacchiere”.
Naccari ricorda che i ristoratori perdono il 70% di incassi in zona gialla e sottolinea che le nuove restrizioni a cui si sta andando incontro in queste ore in Toscana sono l’ennesima beffa. Ma la loro è anche una richiesta di aiuto. “Non vogliamo stare a guardare che le nostre imprese, fiore all’occhiello dell’Italia, muoiano – prosegue -. Andiamo a Roma per riprenderci il rispetto che ci spetta e difendere il nostro lavoro e quello dei nostri dipendenti. I ristori non stanno arrivando o nel migliore dei casi sono briciole. Le scadenze, come quella dell’Inps, sono alle porte. È necessario quindi aprire immediatamente i nostri ristoranti e risarcirci delle perdite avute fino a questo momento”. Poi lancia un appello: “Chef stellati e non, cuochi, ristoratori, commercianti, dipendenti, allevatori, fornitori, grossisti, lavoratori in cassa integrazione, tutti voi che avete a cuore il nostro paese. Solo noi possiamo difendere il nostro lavoro. Andiamo tutti insieme a Roma a pretendere quello che ci spetta”.