Intanto a Campo di Marte la raccolta firme continua fino al 29 ottobre. Bonechi: “Senza la Fiorentina il quartiere andrà lentamente a morire”
La raccolta firme, nei negozi vicini allo stadio e nella sede del Quartiere 2 a Villa Arrivabene, andrà avanti fino a martedì 29 ottobre. In un estremo tentativo di impedire quello che ormai si prospetta come il futuro più nero per il Franchi: il trasferimento della Fiorentina nel nuovo stadio a Novoli, pronto nel 2024, in una parte dell’area Mercafir, e il conseguente abbandono del vecchio Comunale con le evidenti ripercussioni economiche per un intero quartiere che senza il traino della Viola imboccherebbe inesorabilmente la strada della morte lenta e atroce.
Ancora, ieri sabato 27 ottobre, il sindaco Dario Nardella è tornato sull’argomento a margine dell’inaugurazione del nuovo Mercato delle Pulci in piazza Annigoni. “Abbiamo fatto un altro passo in avanti, molto concreto, verso lo stadio alla Mercafir”. Una dichiarazione che è sembrata un’ulteriore conferma all’assist lanciatogli dal patron Viola Rocco Commisso che venerdì scorso a Palazzo Vecchio in un blitz con il sindaco aveva detto: “Nardella vuole il meglio per Firenze, così come il sottoscritto. Tutto deve essere fatto bene, con i costi giusti e nei tempi che abbiamo indicato. Nel settembre 2023 vogliamo giocare la prima partita nel nuovo stadio. Lavorando per bene andremo lontano”.
Ma la mobilitazione nel Quartiere Campo di Marte va avanti, perché resta forte il dubbio che in qualche modo Commisso sia stato mal consigliato o volutamente indirizzato a prendere la strada della Mercafir dopo che lui stesso all’inizio si era detto favorevole a un restyling del Franchi. Lo sostengono in tanti, convinti che qualcosa di concreto si possa davvero fare per il vecchio Comunale. Perché parliamoci chiaro: tre concerti l’anno, rugby, Fiorentina women, atletica (ma qui si aprirebbe un discorso complesso per la pista e il numero delle corsie che porterebbe a spendere un bel po’ di quattrini per adattare il Franchi orfano della Fiorentina) non basterebbero neanche ad assicurare un terzo dell’indotto economico portato al quartiere dalla Viola.
Lo va dicendo il Comitato Pro-Franchi, sorto per impedire il “funerale” dello stadio, lo va dicendo il presidente Pd del Quartiere 2 Michele Pierguidi, lo vanno dicendo gli operatori economici giustamente preoccupati e anche fortemente arrabbiati dalla piega che stanno prendendo le cose. Insomma, perché non si è voluto assolutamente esplorare la possibilità seria e concreta di una riqualificazione dello stadio?
Lorenzo Bonechi è uno dei titolari della macelleria Maiano di via Cento Stelle che proprio ieri, sabato 26 ottobre, ha festeggiato i suoi primi vent’anni di attività. Per assicurarsi le sue prelibatezze e i tagli migliori della carne i clienti vengono perfino dalla parte opposta delle città, più d’uno anche da fuori comune. Il suo pensiero riassume anche quello della consorte Laura che invece è una delle colonne della tabaccheria Nocentini sempre della stessa via.
“L’economia di questo quartiere – dicono insieme – si regge quasi totalmente grazie al Franchi: basta pensare a quante persone prima e dopo una partita si fermano ad un bar, consumano una birra in compagnia, mangiano a un ristorante, prendono un panino, comprano qualche gadgets in un negozio. Ma non solo: il passaggio di una media di trentamila persone ogni 15 giorni per le vie del quartiere che conducono al Franchi, fa sì che le persone possano vedere le vetrine dei negozi, e magari in un secondo momento possano tornare a comprare qualcosa. Il timore sulla delocalizzazione dello stadio è che il nostro quartiere pian piano vada a morire”.
Lorenzo sottolinea di non parlare per un facile interesse personale perché, spiega, “quando c’è la partita nei giorni infrasettimanali, le mie vendite diminuiscono”. Però aggiunge anche: “Tante persone mi hanno scoperto proprio così, per il passaggio. L’unica soluzione che secondo noi avrebbe salvaguardato il quartiere, sarebbe stata la vendita dello stadio alla nuova proprietà Viola, cosicché potessero mettere nel proprio bilancio il possedimento di uno stadio e il suo rifacimento. E magari con una nuova linea della tramvia anche i molti disagi che i residenti subiscono sarebbero diminuiti. Purtroppo credo che ormai sia troppo tardi e quindi sarebbe opportuno iniziare da subito a trovare alternative per portare un flusso di persone costante al Franchi (concerti, meeting, fiere, mostre…) per non vedere il nostro stadio e il nostro amato quartiere degradato”.