Prosegue il duro scontro tra il Patron della Fiorentina e i giornalisti. “Mi aspettavo rispondessero così. Mi hanno chiamato gangster americano e nessuno ha mai messo in evidenza quanto ho fatto in America”
Difficile non ci fosse un secondo capitolo dopo l’assalto al fortino dell’informazione operato ieri dal Presidente della Fiorentina Rocco Commisso. E il secondo capitolo è puntualmente arrivato con una nuova risposta a muso duro del tycoon italoamericano prendendo da una parte lo spunto da un durissimo editoriale comparso oggi a firma del vice direttore Andrea De Caro sulla Gazzetta dello Sport (una delle testate messe nel mirino dal patron insieme al Corriere Fiorentino) e dall’altra sottolineando ancora una volta i concetti già espressi nell’incontro-scontro di ieri. E anche stavolta non ha proprio usato i guanti di velluto.
Dopo aver ribadito che i tifosi stanno dalla parte della società e che il lavoro c’è comunque stato nonostante non siano arrivati i risultati, Commisso è andato pesantemente all’attacco: “La conferenza ieri – ha detto – per me era finita lì, ma mi aspettavo che la casta dei giornalisti rispondesse come hanno risposto oggi. Ieri c’è stato un comunicato portato avanti da Sandro Bennucci, che mi ha detto che non posso rispondere alle critiche. Io dico che quando ci sono bugie, offese alla mia famiglia ed al mio nome, non ci sto. Loro hanno il diritto di criticare, io di difendermi. Ieri Bennucci, che è il leader di questo comunicato stampa, è stato in tv ed ha detto che non ha mai sentito nessuno offendere Rocco a Firenze. Non ha mai sentito il nome Rocco Benito, oppure dello Zio d’America? Se lui non ha sentito questo, come può rappresentare i giornalisti? Ieri non l’ho lasciato parlare perché quando qualcuno offende mio padre mi arrabbio a non finire. Se qualcuno ha scritto il nome di Rocco Benito per offendere mio padre non lo lascio passare, lui è stato un eroe italiano, prigioniero di guerra”.
Poi l’affondo verso la Rosea: “Oggi c’è la conferma di quello che ho detto ieri. Qui non si critica sul calcio, qui si critica sul personale. E’ uscito questo articolo sulla Gazzetta dello Sport a firma di Andrea De Caro, dove mi hanno chiamato ‘Gangster americano, oppure ‘Don Rocco’. Poi hanno parlato del Padrino. Questo è il giornalismo in Italia? Nessuno ha messo mai in evidenza quello che ho fatto in America. Per 50 anni ho combattuto gli stereotipi del considerare gli italiani emigrati come dei mafiosi. Non si vergogna il vice direttore della Gazzetta? Ha infamato tutti gli italoamericani che vivono in America. Anche loro leggono quel giornale, è umiliante. Un italiano non scrive queste porcherie nel primo giornale sportivo in Italia”.