Questa mattina la cerimonia solenne sotto la Torre di Maratona che ospita il sacrario in ricordo di Ottorino Quiti, Antonio Raddi, Adriano Santoni, Guido Targetti e Leandro Corona
Era il 22 marzo del 1944 quando cinque ragazzi poco più che ventenni, di cui quattro originari di Vicchio, furono fucilati dai fascisti sotto la torre di Maratona dello stadio. Erano ‘colpevoli’ di essere tornati a casa dopo lo sbando generale, seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943, e di non voler abbandonare i campi e i genitori per andare a morire a Salò. Fu un macello. Per i soldati del plotone di esecuzione quei contadini erano prima di tutto dei coetanei: piangevano così tanto, mentre sparavano, che non riuscirono ad ammazzarli subito. I due sopravvissuti li finì a colpi di pistola Mario Carità, il comandante delle SS fiorentine.
Un martirio che anche quest’anno l’Amministrazione e il Quartiere 2 hanno voluto onorare ricordando solennemente Ottorino Quiti, Antonio Raddi, Adriano Santoni, Guido Targetti e Leandro Corona, davanti al sacrario di Campo di Marte. Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, l’assessore alla Cultura della Memoria Alessandro Martini, il presidente del Quartiere 2 Michele Pierguidi, il sindaco di Vicchio Filippo Carlà Campa e rappresentanti delle amministrazioni comunali di Campi Bisenzio, Pontassieve, Pratovecchio e Sesto Fiorentino.
“È stato un momento di grande partecipazione – commenta l’assessore Martini – anche grazie alla presenza di diverse classi di scuole secondarie di primo e secondo grado, in particolare del Quartiere, che hanno reso la celebrazione ancora più intensa e solenne. Molti dei relatori si sono infatti rivolti direttamente ai ragazzi: la loro presenza rappresenta infatti un segno di speranza per un percorso di valori, di pace, di liberà e di voglia di futuro particolarmente importanti in questo momento. Per questo voglio ringraziare davvero gli insegnanti e gli educatori che hanno reso possibile questa loro partecipazione”.