Quaranta le aziende coinvolte nel Vinitaly con oltre 250 etichette e per la prima volta un bancone istituzionale dedicato al Vin Santo che ha letteralmente spopolato. Busi: “Questo salone rappresenta per noi la ripartenza vera”
Cinquemila assaggi nei primi due giorni della kermesse. E’ partita alla grande la partecipazione del Consorzio Vino Chianti al Vinitaly che si chiude oggi a Verona dopo quattro giorni di degustazioni. Nella città scaligera il Consorzio ha portato 40 aziende, ognuna con un proprio desk, a cui si è aggiunto un bancone istituzionale con oltre 250 etichette di vino Chianti, prodotte da un centinaio di aziende, e un altro bancone istituzionale (novità assoluta di quest’anno) con una cinquantina di Vin Santo del Chianti d.o.c. in assaggio.
“Per noi questo salone rappresenta, finalmente, la ripartenza vera – commenta Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti – dopo due anni di Covid è davvero importante essere di nuovo in presenza al Vinitaly, una fiera internazionale con operatori che arrivano da tutto il mondo. Le aziende del Consorzio vivono questi giorni con grande entusiasmo, si respira aria di ripartenza e di ottimismo. Il mercato in questi due anni non si è mai fermato, ma poter riallacciare i rapporti con i clienti e gli importatori ci dà un ulteriore slancio per la ripartenza”. Altra novità il bancone del merchandising, presentato in anteprima ai Chianti Lovers con tutti i prodotti a marchio Chianti. “E’ una iniziativa – continua – in cui crediamo molto. Numerose aziende ci hanno già fatto richiesta di capi brandizzati a cui a breve daremo riscontro. I prodotti sono già in vendita online, ma questa vetrina era troppo importante per non riproporre l’oggettistica e l’abbigliamento del Chianti”.
Questa 54esima edizione del Vinitaly è stata anche l’occasione per le aziende e il Consorzio di fare il punto sulla salute del comparto dopo due anni di Covid e con una guerra in corso fra Russia e Ucraina. “Le aziende del Chianti hanno una grande forza – conclude Busi – la lentezza con cui sono arrivati i contributi promessi durante il Covid è stata, in molti casi, esasperante, ma i produttori sono andati avanti a testa bassa e siamo tutti convinti che questo possa essere un nuovo inizio di un percorso di crescita. Il mercato americano è ripartito molto bene, i consumi sono in costante crescita e la ristorazione è un asset brillante. Resta ancora ferma al palo l’Asia, perché alcuni paesi strategici come il Giappone e la Cina sono ancora chiusi per il Covid. Avevamo in programma due eventi in Russia, uno a Mosca e uno a San Pietroburgo, che ovviamente sono stati cancellati. Il mercato russo è molto importante perché pesa il 7-8% delle esportazioni di Chianti. Vedremo nelle prossime settimane quali saranno gli sviluppi. Stiamo rimodulando il nostro programma dirottando le nostre iniziative verso altri mercati: a fine maggio, per esempio, saremo in America con un tour in tre città”.