Il 6 aprile 1520 scompariva a Roma il grande artista urbinate. A Firenze soggiornò quattro anni, dal 1504 al 1508, lasciando la sua testimonianza in opere mirabili.
Cinquecento anni fa, era il 6 aprile del 1520, lasciava la vita terrena a soli 37 anni il grande Raffaello Sanzio, pittore, architetto, nato ad Urbino nel 1483. Raffaello è considerato uno tra i più celebri artisti di ogni epoca. Prima di giungere a Roma, alla corte del Papa, soggiornò nella nostra Firenze per quattro anni, lasciandoci preziose testimonianze del suo passaggio. Ripercorriamo questo suo percorso fiorentino con Giulia Bacci, Storico dell’Arte e Guida Turisitica autorizzata di Firenze.
Firenze brilla di gloriosi protagonisti e irripetibili eventi: quelli che si avvicendarono tra il 1504 ed il 1508 rimarranno per sempre parte di questa eternità. La Città accoglie in questi anni Leonardo, Michelangelo e il giovane Raffaello, del quale ricorrono nel 2020 i cinquecento anni dalla scomparsa.
Egli giunse a Firenze poco più che ventenne da Urbino, dove si era formato nella bottega del padre, Giovanni Santi, e poi in quella del Perugino e qui apprendendo – tra i molti maestri – da Piero della Francesca e da Luca della Robbia.
I disegni che eseguì a Firenze dall’autunno del 1504, dimostrano lo studio di Masaccio, Pollaiolo, Donatello, e, naturalmente, di Leonardo e Michelangelo, impegnati per i dipinti da farsi in Palazzo Vecchio.
I due grandi maestri toscani saranno il punto di riferimento per Raffaello e sulle loro tracce Raffaello realizzerà, per committenze private, le celebri Madonne col Bambino arricchite dalla presenza del San Giovannino. La prima, tra queste, eseguita per Lorenzo Nasi, oggi custodita nelle Gallerie degli Uffizi, è la Madonna del cardellino.
A seguire, nelle collezioni fiorentine, è conservata La Madonna del Granduca (Pitti, Galleria Palatina). Nei ritratti fiorentini (I Coniugi Doni alle Gallerie degli Uffizi, per esempio) sia la conoscenza di Leonardo che del Ghirlandaio furono determinanti.
Giorgio Vasari ci ricorda che fu amico di Ridolfo del Ghirlandaio, di Aristotele da Sangallo, frequentò la bottega di Baccio d’Agnolo. Prima della fine del 1508 Raffaello lavorava in Vaticano, l’ultima opera fiorentina è la Madonna del Baldacchino, per l’altare Dei nella Basilica di Santo Spirito, oggi alla Galleria Palatina.
Quanto largo e benigno si dimostri talora il cielo nell’accumulare in una persona sola l’infinite richezze de’ suoi tesori e tutte quelle grazie e’ più rari doni che in lungo spazio di tempo suol compartire fra molti individui, chiaramente poté vedersi nel non meno eccellente che grazioso Raffael Sanzio da Urbino.
Giorgio Vasari, Vita di Raffaello d’Urbino pittore et architetto.