Passa la risoluzione di Fratelli d’Italia, fatta propria anche dagli altri gruppi, che chiede al Governo una legge per mantenere sul territorio i marchi storici italiani. Draghi: “Una vigliaccata”. Sparavigna (Pd): “Scelta che avrà effetti drammatici sulle persone”
Preoccupazione e solidarietà per i 170 lavoratori coinvolti, insieme all’invito al Governo – attraverso i propri deputati – perchè metta mano a una legge che “favorisca la permanenza della produzione, degli stabilimenti e delle sedi legali delle società proprietarie dei marchi storici italiani all’interno del territorio nazionale”.
Passa con 32 voti a favore e la sola astensione di Sinistra Progetto Comune la risoluzione presentata da Alessandro Draghi (Fratelli d’Italia), fatta propria anche dagli altri gruppi presenti nel consiglio comunale in videoconferenza, sulla chiusura della sede storica della Roberto Cavalli a Sesto Fiorentino e il conseguente spostamento di tutte le attività della maison di moda a Milano. Decisione presa dalla società di investimenti Vision Investments, che dal novembre 2019 possiede il brand fiorentino e fa capo alla Damac Properties del miliardario di Dubai Hussain Sajwani, fra l’altro in controtendenza con i segnali di crescita della filiera della moda nell’area metropolitana fiorentina e soprattutto in un momento particolarmente delicato per i lavoratori e le loro famiglie alle prese con l’emergenza Coronavirus.
“Una vera e propria vigliaccata – commenta senza mezzi termini il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Vecchio -. La decisione è avvenuta in tempi rapidi ed è stata presentata come extrema ratio: nell’ultimo decennio sono stati sempre più numerosi i fenomeni di vendita dei brand italiani a holding e multinazionali sia europee che extraeuropee e spesso ciò contribuisce alla delocalizzazione della produzione o a conseguenti contrazioni del numero dei lavoratori”. La risoluzione auspica anche la creazione di un albo nazionale e regionale di brand e marchi storici.
Di “decisione irruente, sia dal punto di vista temporale sia nella procedura adottata per comunicare la decisione ai lavoratori” parla Laura Sparavigna (Pd), presidente della Commissione Istruzione, Formazione e Lavoro. “Si tratta – aggiunge – di una scelta drastica, arrivata in piena emergenza Covid-19, che avrà degli effetti drammatici sulla vita delle persone in un momento di forte contrazione economica. Non possiamo permetterci il lusso del contenzioso aspro e del comportamento scorretto, come quello perpetrato dalla proprietà di Cavalli, nei confronti delle istituzioni e disumano nei confronti dei lavoratori. Questa decisione mostra grande ingratitudine nei confronti di un territorio che ha reso prestigioso e noto il marchio Cavalli”.
Antonella Bundu e Dmitrij Palagi (SpC), infine hanno motivato la loro astensione perché il testo finale della risoluzione non ha accolto alcune richieste di integrazione presentate dal gruppo di minoranza. “Siamo contro ogni logica di delocalizzazione, che avviene sempre per risparmiare sul costo del lavoro – spiegano – e siamo favorevoli a contestare la decisione di Cavalli. Le due cose però non sono automatiche. La scelta aziendale prescinde dalla nazionalità della proprietà; infatti si chiede a chi lavora di spostarsi a Milano, con un’inaccettabile ricatto che però è interno a un modo sbagliato di fare impresa. La logica del profitto sulle spalle di chi lavora è quella che non ci sembra essere messa in discussione neanche durante questa pandemia. Avremmo voluto evidenziare questo, non è stato possibile”.