E’ un piccolo esercito quello dei “big” toscani dei vari partiti esclusi dalle liste: fra delusione, dispiacere, consapevolezza e rinnovo comunque dell’impegno politico
E poi ci sono loro: i trombati, i non ricandidati, i sacrificati, quelli che si sono visti sfilare la possibilità di correre nell’uninominale o nel plurinominale all’ultimo momento magari per logiche di partito o per rivolte della base territoriale che proprio di quelle logiche non ha voluto sentire proprio parlare. Una sorta di esercito di scontenti, delusi, abbacchiati. Ma qualcuno anche con la consapevolezza che forse il proprio tempo era comunque finito e che nonostante tutto sedere sugli scranni della Camera o del Senato è stata comunque una esperienza esaltante.
Tra esclusi e non candidati sono tanti i big toscani dei vari dei partiti che non saranno presenti nelle liste e dunque non faranno ritorno in Parlamento. E c’è chi sottolinea che continuerà il proprio impegno in politica con altri mezzi, chi resterà nel partito nonostante la delusione altri la prendono con (relativa) filosofia e passata l’amarezza guardano oltre. A fare più rumore sono state le esclusioni degli ex ministri Luca Lotti, Valeria Fedeli e Alfonso Bonafede: i primi due del Pd, il terzo di M5S. Ma è il Partito Democratico quello ad avere incassato i mugugni più forti: vedi Susanna Cenni, Luca Sani e Rosa Maria Di Giorgi, Riccardo Nencini del Psi. Lotti, dopo aver attaccato le scelte dei vertici e di Letta, oggi dice “da qui al 25 settembre ciò che conta non è il futuro di Lotti, ma del Pd. Poi si vedrà” aggiungendo però che “il Pd è casa mia e lo sarà anche in futuro”, ed ai suoi amici ha assicurato che il suo impegno «resta lo stesso, anzi ancora più forte», sia a Firenze e in Toscana, sia a livello nazionale come riferimento della corrente Base Riformista. Fedeli in un lungo post ha scritto “proseguirò il mio impegno a partire da queste settimane di campagna elettorale e dal territorio dove abito, Roma”, mentre Sani spiega: « Continuerò il mio impegno politico in altro ruolo o anche senza alcun ruolo, mi dedicherò maggiormente all’impresa di famiglia: albergatori a Massa Marittima. Poi chi vivrà vedrà…».
Cenni ha affidato a Facebook il suo pensiero: “Chi, come me, ha avuto il privilegio, l’onore, di fare più mandati parlamentari, deve innanzitutto essere grata”. Adesso supporterà Silvio Franceschelli, sindaco di Montalcino, candidato del territorio senese. Di Giorgi, che dopo non essere stata ricandidata aveva parlato di “riflessione su un Pd in cui non mi riconosco più”, non solo ha deciso di rimanere nel Pd ma che si candiderà alle eventuali primarie per sindaco di Firenze. “Continuerò nel Pd, il partito che ho contribuito a fondare, con il mio impegno politico — dice — E poi tornerò al Cnr, al mio lavoro. Voglio portare a termine e impostare molti progetti su Firenze, come il Meccanotessile. Ho esperienza e un grande amore per la mia città: lavorerò molto per Firenze”. A far rumore è stata anche l’esclusione di Riccardo Nencini che aveva chiesto di essere riproposto nel collegio Toscana Sud vinto nel 2018 contro ogni pronostico. La sua parrebbe di capire più che amarezza è una sorpresa. “La coalizione così come è, è zoppa perché manca la componente socialista”. Nel suo immediato futuro c’è un contratto con Mondadori per un romanzo e ci sono altri progetti. Tornerà invece a lavorare in Comune a Firenze Stefano Mugnai, ex coordinatore regionale di Forza Italia ora area Toti.