La cerimonia, nella Basilica di Santa Maria Novella, officiata dal cardinale Giuseppe Betori alla presenza del comandante della Legione Toscana, generale Lorenzo Falferi e del sindaco di Firenze Dario Nardella
Stamattina, nella suggestiva cornice della Basilica di Santa Maria Novella, alla presenza del Comandante della Legione Carabinieri Toscana, Generale di Brigata Lorenzo Falferi e delle massime autorità cittadine, è stata celebrata la Santa Messa in onore della “Virgo Fidelis”, celeste Patrona dell’Arma dei Carabinieri, officiata dal Cardinale Giuseppe Betori. Nella solennità della basilica, con le esecuzioni musicali della fanfara e del coro della Scuola Marescialli e Brigadieri dell’Arma, si sono riuniti i militari in servizio ed in congedo, gli allievi della Scuola stessa, le rappresentanze dell’Associazione Nazionale Carabinieri, le vedove e gli orfani dei militari caduti nell’adempimento del dovere.
Il culto della “Virgo Fidelis” per l’Arma dei Carabinieri iniziò subito dopo l’ultimo conflitto mondiale. L’11 novembre 1949, da Castel Gandolfo (RM), Sua Santità Pio XII promulgò la “bolla” con cui concesse la Patrona protettrice ai Carabinieri, fissandone la commemorazione al 21 novembre, giorno in cui ricorre l’anniversario della fine della battaglia di Culqualber: infatti, nel 1941, in Etiopia, il 1° Battaglione Carabinieri Mobilitato si sacrificò contro soverchianti forze nella strenua difesa del caposaldo di Culqualber, protrattasi per tre mesi e terminata appunto il 21 novembre. Per quell’epico fatto d’armi fu conferita alla bandiera dell’Arma la sua seconda medaglia d’oro al valor militare (la prima era stata ottenuta per la condotta delle operazioni durante la Prima Guerra Mondiale).
Oggi ricorre anche la “giornata dell’orfano”, istituita nel 1996 in favore degli orfani dei militari dell’Arma dei Carabinieri assistiti dall’ONAOMAC (Opera Nazionale di Assistenza per gli Orfani dei Militari dell’Arma dei Carabinieri), fondata 75 anni fa, il 15 maggio 1948. La meritoria attività dell’Opera è resa possibile prevalentemente grazie a contributi volontari mensili elargiti dai militari di ogni grado e dalle offerte di privati cittadini, testimonianza concreta del legame ideale che unisce l’Istituzione alle famiglie dei colleghi caduti in servizio.